mercoledì 15 giugno 2011

Referendum: perchè abbiamo le idee chiare

Qualcuno ricorderà il nostro primo post su questi referendum ed il nostro coming out di non voto per manifesta incompetenza.

Avevamo anche lanciato un appello a favore di coloro che ne sanno quanto noi. Ovvero non abbastanza. Non decidete su cose che non conoscete/capite.

Mai appello cadde così sonoramente nel vuoto.

Non certo per mancanza di interlocuri. Eccovi un po' di fauna (avicola) referendaria.




Probabilmente, poichè viviamo in un mondo sempre più virtuale, la gente ha pensato di stare giocando a farmville e che fosse sufficiente chiudere la shell di facebook (mai vista tanta spazzatura circolare in rete) per evitare che le sue approssimative decisioni impattassero la realtà. Soprattutto ha pensato che, dopo la sua scappatella con 4 sconosciuti, questi non venissero a riscuotere il giusto(?) prezzo per la propria (esaltante) prestazione.

Spiacenti.

Ecco giusto un paio di edificanti effetti "collaterali" del vostro orgasmo:
Quindi non sappiamo come fare. I soldi gli enti locali non li hanno per fare investimenti di questa portata e anche se li avessero non potrebbero spenderli per via del patto di stabilità. Rispettiamo la volontà espressa dal referendum che ha abrogato una norma di fatto introdotta dal governo Prodi ma bisogna anche dire con altrettanta onestà che il ricorso ai privati era l’unico modo per finanziare investimenti che il pubblico non può fare.
Emanuele Burgin (PD) - Assessore provinciale all’Ambiente della Provincia di Bologna
E questa?
A offrire una seconda opportunità agli ex politici sono i 25,9 milioni di «sì» vergati domenica e lunedì dagli italiani sul primo quesito referendario, che era intitolato alla «privatizzazione dell'acqua» ma in realtà chiedeva l'abolizione dell'intera disciplina recente dei servizi pubblici locali: con la 'semi-riforma' del 2008 e la riscrittura del decreto Ronchi nel 2009, il referendum ha buttato a mare anche tutti i regolamenti attuativi, compreso quello che provava a impedire agli ex politici di ricollocarsi nei consigli di amministrazione delle partecipate.
Sole24ore

Sicuri che il gioco valesse la candela?


PS. Se oggi a pagare le spese dell'esito referendario è SB (già di per sè politicamente defunto), domani sarà il segretario del PD che dovrà decidere se spiegare al suo partito quali salti mortali si devono fare per rispettare la volontà degli elettori o se spiegare agli elettori che era solo un gioco (tutto politico) per colpire (il già morente) SB e che la privatizzazione de(lla gestione de)ll'acqua e la remunerazione dei capitali è necessaria. Non sappiamo cosa gli convenga.

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