sabato 27 febbraio 2010

Quando mancano gli argomenti...



Probabilmente non molti di voi conoscono Van Montagu. Beh, vi basti sapere che è il papà delle piante transgeniche, l'uomo che ha scoperto che, per trasformare le piante, si poteva usare Agrobatterio. Non una cosa da poco visto che, ad oggi, i metodi usati sono solo 2 ed il suo è considerato, per così dire, il più "naturale".

Siamo sicuri che alcuni lettori di questo blog gioiranno alla visione di questo video.
I più però ci auguriamo che, come noi, rimarranno rattristati dal livello a cui è sceso quello che non è più un dibattito, ma un processo alle intenzioni con esecuzione sommaria. Nel testo di rivendicazione si legge infatti che la colpa di Montagu è di aver, con la sua ricerca, dato il via alle piante transgeniche. Come se tale peccato originale - essere stato un brillante ricercatore - bastasse a classificare una persona come paria.

Avvisiamo pertanto tutti i ricercatori che fare ricerca è pericoloso. A causa dei vostri risultati potreste essere sottoposti - anche a decenni di distanza - a torte in faccia, dileggio e chi più ne ha più ne metta.

Sì, lui è un sostenitore degli OGM. Si può però dissentire dalle sue ragioni, tuttavia l'attacco personale e fisico è non solo spregevole, ma segno di una incapacità dialettica e assenza di argomenti disarmante.

mercoledì 24 febbraio 2010

OGM in Italia: che sia la volta buona?

Il 2010 pare proprio che si sia aperto con il botto per gli OGM in questo malandato paese.

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha affermato il diritto degli agricoltori a coltivare gli OGM regolarmente autorizzati in Europa, ora è la volta del TAR, che dà torto al Ministero dell'Agricoltura e lo intima a inserire 4 varietà geneticamente modificate (tutte MON810*) nel registro delle varietà coltivabili in Italia.


Le motivazioni della sentenza sono imbarazzanti nella loro semplicità e linearità e mostrano in modo esemplare come il Ministero o è un incompetente in materia o ha usato la coesistenza come estrema, foglia di fico, per bloccare, in spregio al diritto, gli OGM.

Gli OGM in Europa possono infatti essere bloccati solo se esistono rischi per la salute e per l'ambiente.

Almeno questo sta scritto nella Direttiva 2001/18 articolo 23:

Qualora uno Stato membro, sulla base di nuove o ulteriori informazioni divenute disponibili dopo la data dell'autorizzazione e che riguardino la valutazione di rischi ambientali o una nuova valutazione delle informazioni esistenti basata su nuove o supplementari conoscenze scientifiche, abbia fondati motivi di ritenere che un OGM come tale o contenuto in un prodotto debitamente notificato e autorizzato per iscritto in base alla presente direttiva rappresenti un rischio per la salute umana o l'ambiente, può temporaneamente limitarne o vietarne l'uso o la vendita sul proprio territorio.

Se tali rischi non esistono (e ricordiamo che - ad oggi - non esistono) non si è dunque autorizzati a limitare la libertà degli agricoltori o dei produttori di coltivare o vendere OGM.

La coesistenza dovrebbe piuttosto aiutare a gestire le problematiche economiche, ma di per sè, anche qualora non venisse rispettata, non vi sarebbe alcun rischio sanitario o ambientale. Chiaro?

Speriamo lo sia, una buona volta, anche per la nostra politica (anche se ci permettiamo di dubitarne).
Stiamo a vedere chi sarà il prossimo Ministro dell'Agricoltura. Far meglio di Zaia comunque non dovrebbe essere così difficile.


Note a Margine

(*) sì per chi non lo sapesse ancora un singolo evento OGM può essere inserito in n-mila varietà diverse.

sabato 20 febbraio 2010

L'approccio Seralini agli OGM

Recentemente ci siamo nuovamente dovuti occupare delle bislacche analisi statistiche di Seralini. Questa vignetta ci pareva sintetizzasse al meglio la sostanza dei suoi errori.

La cosa più divertente è che è presa proprio da un manuale di tossicologia. Decisamente competente il nostro uomo.

Wallace Hayes: Principles and Methods of Toxicology 4th edition. Chapter 10.


Per i non anglofoni

Il medico dice al paziente: "Lei sembra essere in buona salute, ma facciamo qualche test. Sono sicuro che possiamo trovare qualcosa che non va in lei."

Nella didascalia si legge: errori (statistici) nelle comparazioni multiple in medicina clinica.

mercoledì 17 febbraio 2010

Noi stiamo bene, e voi?

Questo post è solo per comunicarvi che oggi è stata pubblicata una BBB-intervista su Semplifica, un sito che si occupa di benessere fisico, mentale e finanziario.

Il testo integrale lo trovate ovviamente a questo indirizzo di Semplifica.

Qui però vorremmo darvi comunque un assaggio con la nostra risposta alla prima domanda:

1 – Innanzi tutto: cosa caspita è un OGM??

In pochissime parole: è un organismo che presenta alcune modifiche al DNA ottenute utilizzando tecniche di biologia molecolare. Il che vuol dire tutto e niente.

Soprattutto se non si ha la più pallida idea di cosa sia la biologia molecolare e di come funzionino i sistemi classici di miglioramento genetico come, ad esempio, incrocio, mutation breeding, colture di antere e di embrioni, incroci tra specie diverse…

…Per non parlare del “casino genetico” che hanno combinato e combinano nelle piante e negli animali che accompagnano la nostra vita: da quelle che finiscono nel nostro piatto di pasta, al gatto che fa le fusa sul nostro divano.

Ad esempio, quanti sanno che l’85% del genoma (tutto il DNA) del mais è fatto di simpatiche sequenze genetiche, i trasposoni, che si divertono a saltare di qua e di là per i cromosomi duplicandosi di tanto in tanto?

Spiegare dunque cos’è un OGM, senza spiegare come funzioni il rimescolamento genetico naturale, è come spiegare come si fa a pilotare una F1 a chi non sa nemmeno cos’è una macchina. Comunque, semplificando, si può dire che fare un OGM fa meno “casino” genetico che fare un “normale” incrocio.

Per approfondire:



Il resto lo potete leggere su Semplifica.

sabato 13 febbraio 2010

Allergizziamoci!

Esiste la paura diffusa che gli OGM causino allergie e lo facciano in modo subdolo.
Uno mangia un bel panino vegetariano e, zacchete, ci trova dentro un allergene della sogliola. Addenti una bella pasta di Meliga e, apriti cielo, c’è dentro un allergene della soia, uno dei crostacei e uno del latte.
Insomma, il pasto diventa, a causa degli OGM, un percorso ad ostacoli, in cui rischi ad ogni morso uno shock anafilattico. Il chè non è bello, visto che ci si possono lasciare le penne.



Ma le cose stanno veramente così o come nel caso del Morgellon, son tutte leggende metropolitane?


Che si dice in giro?

Circolano in giro storie di ignari consumatori che hanno sofferto reazioni allergiche a causa di OGM: di gente allergica alla noce brasiliana che ha avuto uno shock mangiando soia GM. Gente che mangiandosi un Tacos messicano ha avuto una reazione a causa della presenza di mais GM Starlink (di cui avevamo già parlato qui).

Insomma viene da chiedersi: quanti morti e quanti feriti (e quanto sangue sparso a terra...) avranno ormai causato gli OGM?

Tranquillizzatevi. In quasi 15 anni di utilizzo: Zero (0) morti e Zero (0) feriti.


Davvero????

Sì, innanzitutto perchè la normativa attuale (che, ripetiamo non è che ci piaccia un granchè a motivo delle sue forti contraddizioni) prevede (almeno in questo caso giustamente) che sia, obbligatoriamente, predisposta una verifica preventiva del potenziale allergenico tramite test.


Il caso della Soia con un gene della noce brasialiana

Questi test hanno ad esempio permesso, nel già citato caso soia/noce brasiliana, di comprendere che l'albumina 2S, inserita nella soia per migliorarne il contenuto in metionina, era anche uno dei principali allergeni della noce brasiliana.

NB: Tutto questo PRIMA della sua commercializzazione!

Infatti estratti di soia con albumina 2s (come anche l’albumina purificata) risultarono capaci di legare le IgE del siero di individui allergici, e causare una risposta (skin-prick test) in 3 individui (volontari) esaminati nello studio. Il progetto finì lì, prima ancora di venir seminato un solo campo sperimentale. Nessun morto o ferito, nessun consumatore ignaro esposto al "pericolo".

Qui potete trovare la pubblicazione originale
nella quale vi pregheremmo di notare 2 cose:

1) la data: Marzo 1996. Nel 1996 si ha l'inizio della commerciazzazione su larga scala di OGM con la soia Round-up Ready. Quindi questa pubblicazione viene mandata alla rivista prima che gli OGM diventino una realtà significativa dell'agricoltura mondiale, indice che fin dalle origini i prodotti GM venivano testati in modo rigoroso e adeguato.

2) lo sponsor dello studio: "Supported by a grant from Pioneer Hi-Bred International, Inc.". Beh, abbastanza onesta e trasparente per essere una multinazionale.


Altri test preventivi

Se il gene non deriva da un organismo che causa allergie, viene comunque analizzato il suo prodotto per verificarne le caratteristiche di “potenziale allergene”.

I sistemi sono dibattuti e i criteri sono diversi, spesso spannometricamente eccessivi, a seconda del paese in cui si sottomette il dossier per l’approvazione, ma ad esempio si valuta:

a) Se esiste almeno un octapeptide con 6 residui conservati su 8 rispetto a un allergene.

b) Se la sequenza proteica condivide il 35% di identità su un segmento di 80 aminoacidi con un allergene.

c) Allineamento complessivo della sequenza con quella di allergeni, in pratica una variante del metodo precedente.

Se uno dei test bioinformatici sopra descritti (e in particolare il secondo) è positivo, bisogna dimostrare che la proteina non causi una reazione allergica, cosa complicata e in genere costosa perchè la prova di un negativo è sempre più difficile della confutazione di un’affermazione positiva.

Una volta che una proteina venga identificata come potenzialmente allergenica sulla base della similitudine di sequenza, vengono considerati anche i seguenti criteri:

d) il test di stabilità alla digestione con tripsina. Se la proteina viene degradata velocemente, allora la proteina ha un rischio ridotto di poter fungere da allergene.

e) l’abbondanza del potenziale allergene nella dieta. Se non è una proteina abbondante, allora ha poche probabilità di essere un allergene.

I criteri di similitudine oggi in uso (a-c) sono considerati da molti come eccessivi. Perchè adottare allora criteri così stringenti?

In generale i responsabili delle normative tendono a commettere errori di tipo-II (che portano ad una sovraregolamentazione, ultraprecauzione) per evitare ogni rischio (per un malinteso principio di precauzione), questi errori d'altra parte a loro non costano nulla e li proteggono da eventuali cause qualora si verifichino problemi. Sono però errori che non sono esenti da ripercussioni negative.


La Zeolina ed il principio di precauzione

Al Danforth center di St. Louis, hanno inserito il gene della zeolina nella Cassava per migliorare le diete delle popolazioni di alcuni paesi in via di sviluppo. La zeolina è una proteina di fusione tra la zeina del mais e la faseolina, una proteina di riserva del fagiolo. Sia la zeina che la faseolina non sono allergeniche (sono mangiate da centinaia di milioni di individui ogni giorno).
La cassava che esprime la zeolina presenta un aumento di 3.5 volte nel contenuto di proteine e una riduzione dei composti tossici normalmente contenuti nella cassava, rappresentando quindi un intregatore proteico importante per quelle popolazioni.

Eppure, visto che la faseolina (quella "NATURALE"!) è simile (52% di identità) a uno degli allergeni minori della soia, la beta-conglicinina, occorre dimostrare che la zeolina NON è allergenica prima di poter commercializzare il prodotto.

Cioè dovrei dimostrare la non allergenicità di un non allergene! Però non è un lavoro facile, come posso DIMOSTRARLO? Essendo poi una coltura umanitaria, dove li trovo i soldi per fare questi test per dimostrare l'indimostrabile?

Eppure, niente di tutto ciò avviene nel caso di colture trazionali, si può ottenere l’approvazione di nuove varietà di soia (allergenica), fagiolo (contenete faseolina), ma anche di pesco o patata, in cui è possibile che aumenti il contenuto di composti tossici (es. glucosidi che rilasciano cianuro o glicoalcaloidi) senza che venga richiesta alcuna analisi e valutazione preventiva.

Si può mettere sul mercato bambù che contiene quantità molto elevate di composti cianogenici o ancora semi di papavero che possono uccidere una persona per overdose, senza dover presentare nulla di ciò che invece è obbligatorio per le piante transgeniche che esprimono proteine innocue.


Il caso Starlink

Ancora più interessante il caso del mais Starlink, che era stato approvato per il solo consumo animale.

(detto en passant, solo gli americani potevano prevedere la doppia autorizzazione pensando che non ci sarebbe stato mescolamento tra filiera alimentare e zootecnica)

Questo perchè dai test di cui sopra, emergeva un medio potenziale di allergenicità in quanto la proteina Cry9C (una delle tante che si trovano nei ceppi di Bacillus thuringensis e che è stata usata nel caso dello Starlink) risultava mediamente resistente alla digestione e stabile al calore. Ciò non significa che la Cry9C sia allergenica, dice solo che ha qualche caratteristica in comune con altri allergeni.

Tracce di Starlink finirono però in alcuni tacos (specialità messicana fatta con farina di mais) e alcuni consumatori hanno sostenuto di aver avuto reazioni allergiche.
Considerando che il livello di StarLink nelle partite di mais americano variava tra 0.34 e 8 ppb (parti per miliardo) …la cosa era quantomeno improbabile, visto che gli allergeni sono in genere proteine abbondanti. Questo sentore fu confermato dai risultati dei test eseguiti al CDC (Center for disease control and Prevention) che hanno mostrato che il siero di 17 individui che avevano presentato i sintomi di reazione allergica non conteneva IgE contro la proteina Cry9C.

Non solo: la proteina Cry9C o il DNA corrispondente non sono mai stati trovati nei prodotti verso i quali i consumatori sostenevano di aver avuto la reazione allergica.

A tagliare la testa al toro ci ha pensato infine un poveraccio che ha denunciato ben 2 reazioni allergiche in 2 momenti diversi. Per fare la prova del nove si è fatto iniettare in vena un estratto di Starlink. Risultato: Zero (0) reazioni.


Take home message


In sintesi, nonostante il sentire comune, le piante transgeniche non hanno MAI causato reazioni allergiche nei consumatori. Inoltre il sistema di test in uso per l'allergenicità è talmente precauzionale che impedisce di creare OGM anche con proteine note per non essere allergeniche in quanto solo "simili" ad allergeni.

Più tranquilli adesso?

lunedì 8 febbraio 2010

Seralini colpisce ancora (e si fa molto male)

Saremo brevi. Volevamo solo segnalare che l'ispettore Clouseau degli OGM (per gli amici Seralini) ha colpito di nuovo (con forza la testa).

Pur essendo riuscito a piazzare su di una rivista (di dubbia - nel senso di non nota - qualità) un nuovo paper che denuncerebbe la disruptività totale degli OGM oggi in commercio, pare che abbia pigliato piuttosto l'ennesima cantonata.

Secondo lui (dopo averci già provato per il MON863), rianalizzando i dati degli studi sull'alimentazione di topi con OGM, si dovrebbe evincere che non solo il MON863, ma anche il MON810 e l'NK603 sarebbero letali (o quasi) per i topini spappolando loro reni, fegato, cuore, milza e midollo.


Errare humanum est, sed perseverare diabolicum

La cosa che però fa ridere è che nel paper:

de Vendômois JS, Roullier F, Cellier D, Séralini GE. A Comparison of the Effects of Three GM Corn Varieties on Mammalian Health. Int J Biol Sci 2009; 5:706-726.

il nostro amico commette gli stessi errori statistici che aveva già commesso nel suo precedente lavoro! (gli errori li avevamo già ampiamente commentati qui)

Questa volta però l'EFSA è stata abbastanza solerte ed eccovi, fresco fresco, il suo responso:

Il GMO Panel conclude che le affermazioni degli autori, di nuovi effetti collaterali indicanti tossicità per i reni ed il fegato, non sono supportati dai dati presentati. Non vi è nessuna nuova informazione che porti a rivedere le opinioni sulla sicurezza dei tre eventi OGM.

Il GMO Panel nota che diverse critiche alla statistica del precedente studio degli autori, sono ugualmente applicabili anche a questo nuovo articolo.

Il full report lo travate qui con tutti i dettagli del caso.


Deve comunque piacere molto a Seralini fare figure di M__A (5 lettere). Bisogna avere un certo fegato (che si nutra di OGM?!) per riproporre due volte di fila la stessa minestra avariata credendo che i commensali non se ne accorgano.

Valla a capire certa gente tu...

Questa l'abbiamo rubata a Salmone, ma era troppo bella...

giovedì 4 febbraio 2010

IPCC: Voodoo Science?

Poichè la battaglia sul clima infuria, ma in pochi me parlano, ci pareva giusto dare un aggiornamento e offrire qualche risorsa aggiuntiva per capire a che punto siamo.

Tra i fatti più rilevanti di questi ultimi giorni vi è senza dubbio la presentazione del nuovo libro di Pachauri, presidente dell'IPCC. Il libro, Return to Almora, è imperniato sul rapporto tra cambiamenti climatici e sesso. Senza dubbio tema da approfondire.


Voodoo Science a chi?

La presentazione di tale sudata opera avviene più o meno in concomitanza del Beau Geste dell'IPCC con cui, l'organo para-politico più potente del mondo, ha dimostrato di saper fare autocritica, ammettendo di aver commesso un piccolo errore nella velocità di regressione dei ghiacciai himalayani. No, pare non si scioglieranno entro il 2035 (o, come indicava la NASA, nel 2030). La stima più quotata (se tutto rimane com'è) è semmai il 2350.

Il fatto, di per sè nobile, in realtà ha solo aperto, a quanto pare, il vaso di Pandora (Avatar? Gli fa un baffo). Infatti il gesto non è stato per nulla spontaneo, anzi. Viene dopo che Jafar (alias Pachauri) giusto nel novembre scorso aveva liquidato con un: "Voodoo Science" uno studio del Governo Indiano che affermava che in realtà i ghiacciai himalayani non hanno aumentato significativamente la loro velocità di scioglimento.

La ricostruzione della vicenda ha inoltre rivelato che la Voodoo Science, semmai, stava nel claim dell'IPCC, in quanto basato su di un documento del WWF che riportava le dichiarazioni di un glaciologo rilasciate durante un'intervista a New Scientist. Considerazioni (di terza mano) diciamo non propriamente solide da un punto di vista scientifico.
Se non bastasse, il glaciologo stesso, tal Murari Lal, che ora lavora per Pachauri, sconfessa la data e aggiunge (incredibilmente) che "sì, non erano informazioni proprio scientifiche, ma siccome consentivano di fare pressione sui policy-maker abbiamo deciso di inserirle lo stesso". E nessuno dei 500 "esperti" che hanno controllato il documento, ops, se ne è accorto. La vicenda, SE non fosse vera, farebbe ridere...


WWF, Greenpeace e Novella3000

La storia dei ghiacciai, di per sè marginale, ha aperto una voragine in quanto ha mostrato come, nello scrivere i suoi report, l'IPCC non abbia disdegnato di usare materiale quantomeno di seconda mano se non proprio scarti industriali, quando serviva a tirare acqua al suo mulino. Insomma, un po' come comprare il grana fatto con la segatura. Un barolo al metanolo... Ed ecco che quindi si scopre che anche le previsioni sull'amazzonia si devono ad un Action Paper del WWF (ed è decisamente male accompagnato), anche Greenpeace non scherza ed infatti non solo piazza diversi suoi paper nell'IPCC, ma anche alcuni suoi uomini in posti chiave nella redazione di documenti targati IPCC.

Ma non temete, Jafar ci spiega che loro mica prendono articoli di giornale e li pubblicano sull'IPCC. Loro prendono solo i migliori scienziati e la migliore scienza disponibile! (cfr. min 1'15")


Peccato però che non solo si siano presi tra gli "esperti" fior fiore di attivisti, che 500 di tali sedicenti esperti non si siano accorti che per sciogliere l'himalaya ci vogliono almeno 300 anni e non 30, ma che ci siano anche diversi articoli di giornali e riviste tra le sue referenze. Tra cui quella qui accanto.


Fin qui folklore

Fin qui però, diciamocelo, è solo voodoo (banale anedottica e si potrebbe continuare all'infinito senza venirne a capo). Nulla di quello che abbiamo evidenziato mette in crisi il cuore del report dell'IPCC. Sì, si sono lasciati prendere la mano in alcuni punti, si sono distratti in altri, ma solo cose veniali: il mondo si sta scaldando per mano umana (perchè ha il pollice opponibile). Se non facciamo subito qualcosa friggiamo tutti. Questo non è minimamente scalfito da quanto visto finora.

Le cose cambierebbero se si scoprisse ad esempio che i gruppi paleoclimatici (che si sono cioè fatti carico di ricostruire lo storico delle temperature globali mostrati nell'IPCC) si sono messi d'accordo per mascherare ed aggiustare i dati al fine di dimostrare una tesi precostituita; Impedire la pubblicazione di articoli scomodi; Chiudere l'accesso ai dati a chi non condivideva il medesimo spirito warmista. Ecco, in effetti tutto ciò è avvenuto e, solo grazie ad un hackerino (?) oggi sappiamo come operava la gang del bosco. No, non ci credete? Beh, leggetevi questa bella ricostruzione dei carteggi CRU.
Non siete convinti? Crediamo che in ogni caso, Jones e Mann, non dormano da mesi perchè non riescono a togliersi la marmellata dalle mani.

Le cose cambierebbero se si scoprisse che le stazioni metereologiche monitorate per costruire la temperatura globale a terra sono passate negli ultimi 20 anni da 6.000 a 1.500 e, ops, siano sparite proprio quelle in quota o nelle zone rurali (generalmente più fredde) o che per calcolare l'anomalia termica di una zona si utilizza come referenza una stazione a 1.200 km di distanza (un po' come prevedere, dai dati presi da una stazione a Roma, l'andamento climatico in Germania e Tunisia). Fa ridere, lo sappiamo, ma ad esempio la Bolivia, che non ha stazioni meteo monitorate, presenta una elevatissima anomalia termica. Incredibile no? Il potere dell'IPCC. Che il 90% delle stazioni climatiche monitorate (nei soli US) presentano errori nella misurazione superiori a 1°C! Che (nonostante tutti noi sappiamo - per esperienza diretta - che in città fa sempre più caldo che in campagna) i software della NASA non tengono conto delle isole di calore urbane perchè ritenute trascurabili. Sì, proprio così.

Beh, ecco, allora, se tutto questo fosse vero (e purtroppo lo è) allora qualche dubbio, se permettete, è legittimo.

In ogni caso il warming c'è. Resta da capire per colpa di chi, sai mai cosa ti scopre la scienza.



DISCLAIMER
BBB! non ha una posizione definita sul GW, diciamo che non si sente ancora del tutto convinto che sia AGW. Almeno alla luce dei dati oggi disponibili. A supporto del suo "scetticismo" vi è tra l'altro il fatto che tutti coloro che con tanta solerzia sparano (quotidiane) boiate sugli OGM, credono, supportano e sono fonte primaria di informazione per i vari report dell'IPCC oltre a concordare le migliori strategie comunicative con gli "scienziati" che vendono l'AGW. E' vero, per il semplice calcolo delle probabilità è possibile che ci becchino, ma preferiremmo affidarci alla scienza, quella vera.
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