lunedì 26 ottobre 2009

Il futuro (ma non troppo) degli OGM

No, non siamo morti, almeno non ancora. Solo persi tra mille pubblicazioni e convegni...
...ma veniamo a noi!

Spesso i sedicenti esperti in ogiemmeologia, gonfiando il petto, si lanciano in dotte dissertazioni sulla obsolescenza delle tecniche alla base degli OGM e si sbrodolano nel rilevare come esse non tengano conto della complessa rete di interazioni che esiste all’interno degli organismi seguendo l'approccio riduzionista della biologia molecolare.

Si veda ad esempio questa dotta intervista a Mae Wan Ho, "scienziata" combattiva e radicale (sì, sì, proprio quella che pensa che il Morgellon sia causato dagli OGM, così come il riscaldamento globale, la morte delle api e anche, forse, le vostre emorroidi. Non le avete? Siete davvero sicuri? Magari stanno complottando per insabbiare la cosa...).

Insomma, sostengono che, se il paradigma è sbagliato (ed E' sbagliato perbacco! lo dicono loro!), anche i prodotti da essi derivati non possono che essere - ontologicamente - sbagliati.

La riprova di ciò è che ad esempio, quando si inserisce un transgene, questo si inserisce a caso nel genoma e quindi causa danni (imperativo categorico). Per forza rompe la complessa catena di interazioni tra geni e proteine e quindi non può che avere effetti indesiderati e quindi impredicibili.

Un esempio?

“Le tecniche attualmente utilizzate non consentono di guidare l'inserimento del gene, ragion per cui esso si sistema a caso nella sequenza del DNA dell'organismo ricevente. Ciò disturba i normali processi di controllo del DNA sul metabolismo, determinando effetti imprevedibili. Il verificarsi di tale situazione è, per altro, inevitabile, dal momento che, per avere successo, il gene estraneo deve essere inserito in una regione in cui il DNA è attivo (la maggior parte del DNA è inattivo e i geni ivi inseriti vanificherebbero l'operazione).”

Poco importa che l'approccio riduzionistico sia alla base di tutto il miglioramento genetico degli ultimi 10.000 anni, poco importa che il miglioramento tradizionale faccia più casini genomici della transgenesi, prima o poi, vedrete, la realtà capirà che loro hanno ragione e la smetterà di fare di testa sua...


Come saranno gli OGM di domani?

Tralasciando le loro farneticazioni per un attimo, sebbene, senza dubbio (scientifico), gli attuali OGM in commercio rappresentino un miglioramento evidente, sia in termini di precisione che di conoscenza genetica delle modifiche apportate, rispetto alle varietà convenzionali, questo non toglie che si possa fare di meglio, anzi che si DEBBA fare di meglio.

Resta infatti - è umano - sempre il desiderio di migliorare le tecnologie per renderle sempre più adatte allo scopo, ovvero, in questo caso, sempre più precise ed accurate. Una di queste tecniche è rappresentata dalla ricombinazione omologa, ovvero la sostituzione di un gene con una sua variante modificata ad hoc. Peccato che fino ad ora era possibile in numerosi organismi, ma non nelle piante. Nei lieviti ad esempio avviene ad altissima frequenza. Poi hanno scoperto che la stessa cosa poteva avvenire anche in eucarioti superiori (es. mammiferi). Per questa scoperta Capecchi ha ricevuto il premio Nobel l’anno scorso (e non è = a quello che si è pigliato Dario Fo).



Nelle piante no, perchè la frequenza di questo fenomeno è ridicola. Almeno lo era fino ad ora. A Maggio 2009 infatti è uscito sulla rivista Nature un lavoro che dimostra che il gene targeting è fattibile anche nelle piante (*).
Ciò significa che quindi oggi possiamo non solo inserire la caratteristica che vogliamo nella pianta che vogliamo, ma che possiamo anche farlo nel punto esatto del genoma che vogliamo.


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Come era prevedibile, dunque, man mano che la ricerca avanza vengono sviluppate tecniche biotecnologiche sempre più precise. Resta da chiedersi:
Se ne accorgeranno i soloni del mondo OGM-free?
Impediranno qualsiasi sperimentazione in modo tale da poter continuare a dire, anche in questo caso, che non se ne sa abbastanza delle conseguenze di questa nuova ancor più distruttiva (perchè? perchè lo dicono loro!) tecnica?
Correggeranno i loro siti web? (altrove non possono pensare di pubblicare le loro sparate)

Di sicuro, la panzana delle farfalla monarca uccise dagli OGM (smontata già nel 2001) circola ancora liberamente... per fortuna le farfalle non bazzicano sul web.


Nota a margine

*In pratica si dirige una endonucleasi verso una sequenza specifica del genoma. L’endonucleasi taglia il DNA generando un DSB (double-stranded break) il quale aumenta grandemente la frequenza della ricombinazione omologa. Il gene da dostituire viene fornito come frammento linearizzato e il gioco è praticamente fatto, con una frequenza intorno a 0.2-4%, valori accettabilissimi perchè permettono di individuare velocemente ricombinanti in popolazioni piccole di trasformanti indipendenti.

La specificità del taglio è determinata da un sito di legame al DNA creato per ingegnerizzazione di proteine con diversi domini Zinc Finger (ZF). Ogni ZF ha una specificità di legame di circa 3 basi. Combinando 3 domini ZF e considerando che la proteina agisce come dimero, in totale si può arrivare velocemente a riconoscere sequenze specifiche di 18 basi.
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