martedì 24 febbraio 2009

A volte ritornano: Percy Schmeiser

logo_monsanto.gifChi di voi non ha mai sentito, magari di straforo, o raccontata dall’amico del cugino dello zio, la storia del povero agricoltore canadese che si è trovato il campo “contaminato” dalla colza OGM della Monsanto ed è stato condannato a risarcire l'arci-cattiva multinazionale?

percy_silo.jpgSì, la storia di quel Percy Schmeiser che, visto che il suo campo era contaminato da OGM, invece di gridare al lupo al lupo, ha pensato bene di moltiplicare ed estendere (con la giusta intraprendenza) quella piccola contaminazione (solo 1 ettaro - sic!) a 417 ettari.

Sì, proprio quel Percy Schmeiser che, quando l'hanno beccato, hanno trovato che in quei 417 ettari aveva seminato della semente OGM pura al 95-98% (alla faccia della contaminazione), e l'hanno condannato in tutti e 3 i gradi di giudizio perchè è stato provato che insomma giocava a fare il furbetto del quartierino. Se siete interessati alla storia completa (che consigliamo) l'ha ricostruita bene Dario Bressanini QUI.


La novità.

Ecco, lui, proprio lui, sarà in Italia. I nostri politici lo osanneranno, i nostri imprenditori lo adoreranno, perchè lui si è opposto allo strapotere delle multinazionali - poco importa che questa sua lotta sia stata fatta, casualmente, per mero interesse economico personale, l'importante è che l'abbia fatta (grossa aggiungeremmo noi).

Per chi fosse interessato ecco le date del tour:

26 febbraio ore 18 Milano (Hotel ATA Fiera in Viale Boezio). Interverranno anche Giulia Maria Mozzoni Crespi (presidente del Fai Fondo per l’ambiente italiano e conduttrice dell’azienda agricola biodinamica Cascine Orsine), Joseph Wilhelm (presidente della so-cietà tedesca di prodotti biologici Rapunzel e promotore della marcia europea No-OGM), Fabio Brescacin (amministratore delegato di Ecor/NaturaSì).

27 febbraio ore 20,30 Bologna (Ambasciatori, via Orefici 19), Interverranno l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, il preside della facoltà di Scienze agrarie Andrea Segrè, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla e il responsabile Innovazione e valori di Coop Italia Claudio Mazzini.

2 marzo ore 18 Firenze (Ospedale degli Innocenti, piazza SS. Annunziata).Intreverranno Ugo Biggeri (Terra Futura), Maria Grazia Mammuccini, amministratrice dell’Arsia/Regione Toscana e Viviano Venturi, agricoltore custode toscano.

4 marzo ore 10,30 Roma (Confederazione italiana agricoltori, Via Mariano Fortuny 20). In-terverranno il presidente nazionale Cia Antonio Politi, il presidente nazionale Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e il presidente di Legacoop agroalimentare Luciano Sita.


La proposta

Anche noi raccogliamo l'invito di Bressanini e invitiamo chiunque volesse partecipare alle varie iniziative, ad alzare una manina e chiedergli come mai, prima di scagliarsi contro Monsanto (La Multinazionale) abbia provveduto, quatto quatto, a propagare e seminare 417 ettari con schifossime, contaminanti (oltre che inutili) sementi OGM, e come mai solo quando l'hanno beccato con le mani nella marmellata abbia deciso di scandalizzarsi per questo inquinamento (fortuito al 98%) dei suoi campi?

Se poi voleste chiedere anche ai nostri amministratori e soloni invitati se pensano che tale prassi sia accettabile anche nel nostro paese, la cosa non guasterebbe, insomma perchè continuare a pagare royalties ai costitutori di nuove varieta? Perchè non abolire l'istituto della proprietà intelletuale? Perchè non anche quello (già che ci siamo) della proprietà privata?


P.S. Anna Meldolesi, che ha ispirato i nostri post sul Latte crudo, è intervenuta anche su questo argomento dalle pagine de il Riformista. Ne consigliamo vivamente la lettura.

giovedì 19 febbraio 2009

ISAAA: il successo della vergogna (europea)

E così, anche quest'anno, sebbene nessuno ne parli (chissà come mai) è uscito il report ISAAA che ci fornisce qualche informazione "oggettiva" sulla superficie mondiale coltivata a OGM.
I dati si commentano da soli, quindi ci limitiamo a mostrarveli.


Aldilà delle sottigliezze (ettari totali, ettari per caratteristica) e ai toni un po' troppo trionfalistici del comunicato stampa, che poco ci appassionano, vorremmo limitarci ad osservare che gli OGM hanno rappresentato oggettivamente un'innovazione agricola decisamente apprezzata dagli agricoltori che hanno potuto farne ricorso e che oggi, dopo soli 12 anni, queste famigerate colture "occupano" una superficie globale pari a 10 volte la superficie agricola italiana.

Sarà forse per questo che, a certa gente, che rappresenta gli agricoltori, i loro interessi o magari più semplicemente e prosaicamente unicamante i propri, la cosa non riesce proprio ad andare giù.


Quest'anno, però, si son fatti furbi

I sedicenti liberati, però, quest'anno non si sono fatti cogliere impreparati. Hanno studiato.
Per ridimensionare il successo che l'innovazione biotech riscuote presso quei paesi dove loro non riescono ad imporsi con la forza della propaganda, hanno infatti sviluppato un contro-report che hanno diffuso alle agenzie di stampa proprio in concomitanza con l'uscita del report ISAAA.
Fin qui niente di male, tutto fa parte del gioco.

La cosa che però ci schifa, e non poco, non è tanto il fatto che loro continuino a dire, rigorosamente auto-citandosi e contro ogni evidenza, cose come:

"è ampiamente accettato che le colture GM non aumentano le rese e, in alcuni casi, hanno anzi rese inferiori rispetto alle colture convenzionali.

o anche:

"la maggior parte delle colture GM non sono coltivate da, o destinate a, i poveri del mondo."

o ancora:

"l'uso dei pesticidi aumenta con l'uso delle colture GM" (*)

Questa totale mancanza di capacità critica, di riconoscere il valore delle armi all'avversario e il combattere unicamente per impedire agli altri di operare e non per costruire le condizioni per un uso migliore della tecnologia, è resa intollerabile dal fatto che questo "contro" report l'abbiamo pagato noi.



Questo sì, ci fa veramente schifo e ci ricorda prassi decisamente troppo in voga in questa Europa che, essendo incapace di possedere una sua anima, ha deciso, visto che è pure politicamente corretto, di appaltarla ai lobbisti verdi.

Che vi piaccia o no, tax payers.


Note

(*)
I dati ufficiali e peer-review ci riportano invece una parità di resa per le colture HT ed incrementi (ovviamente medi) di resa tra il 6 e l'11% per le colture Bt. Questo non considerando però la papaya.

Il 90% degli agricoltori (circa 12,3 milioni sul totale dei 13,3) che coltivano OGM sono agricoltori poveri nei paesi in via di sviluppo che peraltro hanno adottato questa tecnologia perchè gli consentiva redditi superiori (esemplare il caso dell'India la cui superficie a cotone Bt è passata dal 2002 al 2008 dallo 0% al 77% della superficie a cotone complessiva).

Il risparmio in termini di principi attivi utilizzati è stato quantificato nel 7,8% (risparmio non normalizzato rispetto al fattore tossicità e impatto ambientale dei composti impiegati).


Se voleste vedere qualche numero e grafico in più vi rimandiamo al report ISAAA e a questo articolo.

lunedì 2 febbraio 2009

Le figlie di Madama Dorè

Vorremmo per un attimo tralasciare polli, terra e latte (crudo e cotto), per tornare sull’argomento da cui questo blog ha avuto origine e trae la sua linfa vitale, cioè le piante transgeniche e i vari miti che le circondano.

Il mito del giorno

Se facessimo un sondaggio chiedendo in giro quante varietà GM sono in commercio, probabilmente, accanto ad una marea di "non so" e "boh", troveremo che i più informati diranno, magari con un po' di sicumera: "solo 4 colture e solo 2 caratteri".

I più militanti aggiungeranno che: “questo dimostra che gli OGM [parola che ci fa venire l’orticaria per quanto è imprecisa, ndA] non funzionano poi così tanto" e qualcuno anche che "sono una minaccia per la biodiversità naturale, perchè, quando arriva l’oggi M, per prima cosa elimina tutta la moltitudine di varietà - rigorosamente naturali - di una data coltura, soppiantandole, e poi propagandosi nell’ambiente senza alcun controllo e ritegno”.

Sarà vero? o sarà solo l'ennesimo mito propagandato con efficacia?

Per scoprirlo bisogna ricercare.
Fortunatamente, in questo caso, bastano solo un po' di conoscenze informatiche e curiosità per scoprire la verità visto che le informazioni, quelle vere ed incontrovertibili, sono accessibili a tutti. Ma andiamo per gradi.

Cosa si dice in giro.

Se cerchiamo su google: "Biodiversità e OGM", troveremo molti link sul tema e vedremmo subito che le idee sono chiare (almeno sulla carta digitale): “Le specie nuove [quelle GM] non debbono soppiantare quelle preesistenti. La biodiversità deve essere custodita nel mondo perché è una ricchezza di tutti.”

oppure: “il transgenico infatti privilegia la standardizzazione delle colture, la perdita delle loro specificità.”

E così via...

Quindi sembra vero che, almeno nel sentire comune, i transgenici siano un rischio *reale* per la biodiversità sia intraspecifica (ovvero per il numero di varietà della stessa specie), sia per quella generale.


La biodiversità intraspecifica

Oggi vorremmo concentrarci solo sul rischio per la biodiversità intraspecifica, per quella generale promettiamo di tornarci in futuro.

Se la gente, o meglio i detentori della Verità digitale, affermano con così tanta forza che gli OGM distruggono la biodiversità dovranno pur basarsi su qualche dato. Sarà però in qualche modo possibile, popperianamente, verificare (tentare di falsificare) la loro teoria?
Insomma, quali evidenze sono oggi disponibili per sostenere questo rischio?

Pensandoci bene, potremmo andare a verificare quanti sono gli eventi OGM oggi autorizzati su AgBios.
O, ancora meglio, potremmo verificare il numero di varietà GM (non gli eventi) autorizzati.
Se, ad esempio, un tempo c’erano, diciamo, 100 varietà di soia e adesso ce ne fosse solo una, ovviamente la soia GM Roundup Ready (RR), prodotta della madre di tutte le multinazionali brutte e cattive (la Monsanto, giusto per non fare nomi), potremmo anche noi dire, con cognizione di causa, che la soia RR ha ucciso la biodiversità intraspecifica. Giusto?

Bene, partiamo con le nostre ricerche!


Ma quante belle figlie Madama Dorè!

Partiamo da un libro uscito nel 2006 e che raccoglie gli interventi di un convegno del 2003 (Plant Breeding: The Arnel R. Hallauer International Symposium - si può leggere anche online) a pagina 24 del primo capitolo si legge: “Today there are over 1000 Roundup Ready® soybean varieties commercially available in the United States and Canada. Walker (2002) estimated that since 1996 approximately 800 Roundup Ready® varieties have been used commercially and replaced with new Roundup Ready® varieties.

Nell'italica lingua suona più o meno così: "Oggi ci sono più di 1000 varietà di soia RR disponibili sul mercato Americano e Canadese. Walker ha stimato che dal 1996 800 varietà RR sono state usate commercialmente e rimpiazzate con nuove varietà RR".

Senza dubbio quindi, quando dico Soia GM Roundup Ready, NON dico 1 varietà di soia, ma piuttosto centinaia/migliaia di varietà diverse che però presentano ANCHE il transgene e quindi il carattere RR. Insomma per dirla con una vecchia filastrocca: Ma quante belle figlie Madama Dorè!

Per approfondire il tema andiamo anche a spulciare ad esempio l'archivio dell'INASE (Instituto Nacional de Semillas, cioè l’Istituto nazionale delle sementi argentino) con un po' di fatica riuscirete a trovare in una pagina dedicata alla statistica delle sementi, il seguente file:VARIEDADES GENÉTICAMENTE MODIFICADAS (OGM) A ENERO DE 2007 Nel documento troverete la seguente tabella:

I valori rappresentano il numero, anno per anno, di nuove varietà di soia approvate per la semina in Argentina.

2 sono i dati che balzano all'occhio:

1) in 10 anni solo in Argentina sono state registrate più di 650 varietà RR DIVERSE (o, se vogliamo, BIO-diverse), una media di 65 anno! Secondo voi questo per la biodiversità intraspecifica cosa significa? Non significa per caso che questi hanno preso tutte le loro varietà storiche e gli hanno inserito il carattere RR?

2) oggi quasi tutte le nuove varietà registrate sono RR, un carattere genetico che evidentemente non funziona! - (guardate anche la data dell'articolo)

Nel documento dell'INASE trovate anche un altro dato molto interessante ovvero che, la maggior parte di queste nuove varietà RR non è registrata da Monsanto, ma da produttori nazionali! E la tendenza è in crescita!


La più bella l'ho già scelta, Madama Dore!

Sebbene questi dati parlino da sè, lasciateci svolgere un paio di conclusioni.
In primo luogo appare evidente che Madama Dorè ha moltissime belle figlie (e queste sono più belle di quelle degli altri) ed in secondo luogo, ciascuno può scegliersi quella che più gli piace (quella che meglio si adatta al suo stile). Altro che morte della biodiversità intraspecifica!

Con buona pace di coloro che si divertono ad intasare il web con la loro mitologia da 4 soldi.
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