lunedì 31 marzo 2008

Ipse dixit (n.4)

Qual'è dunque il male di cui soffriamo?

Un incredibile malgoverno accoppiato all'uso sistematico della menzogna, favorito anzi dal "culto" della menzogna. E' un culto che mette in pericolo l'esistenza stessa del paese.

venerdì 28 marzo 2008

Quando l'esperto è certificato...

Incominciamo qui la disamina dei nostri esperti chiamati a far parte dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare.

Ci piacerebbe iniziare da qualcuno che sia "certificato", insomma, cominceremmo volentieri con un pezzo da 90.

Tra le varie opzioni disponibili ci pare interessante partire dal Prof. Giuseppe Rotilio la cui competenza nel campo delle piante transgeniche è certificata nientemeno che dalla gazzetta ufficiale. E' infatti uno degli scienziati ascoltati durante l’audizione parlamentare “Indagine conoscitiva sulla Sicurezza Alimentare” tenuta martedì 13 giugno 2000 presso la Camera dei Deputati, XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI).

(Sarebbe poi interessante sapere chi erano e cosa hanno detto gli altri...)

Ecco alcuni estratti del suo intervento così come trascritti e pubblicati in gazzetta ufficiale (altro che Nature!):

"Nel sud est asiatico, dal Bangladesh alla Cina meridionale, il riso [...] viene arricchito transgeneticamente con nutrienti importanti come vitamine e ferro. Si tratta di un fenomeno non arrestabile; mi pare di aver letto che l’80 per cento degli alimenti prodotti in Cina subisce questo trattamento. Il pericolo può riguardare lo stabilirsi in quelle regioni di monocolture, monovarietà estremamente forti e resistenti."

- (SIC!) -

Ma scusate, non fa strano anche a voi sentire uno scienziato che afferma davanti ad una commissione parlamentare, quasi titubante: “mi pare di aver letto...”?

Ma come? uno non viene forse convocato perchè è un esperto? Insomma, quello che dirà potrebbe decidere del destino di una tecnologia in un paese da 60 milioni di abitanti e invece di prepararsi come si deve per svolgere al meglio il suo ruolo sociale di scienziato, dice: “mi pare di avere letto...”. Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere.

Va poi detto che se anche si fosse limitato a leggere qualcosa sull'argomento deve senz'altro essersi trattato di un qualche trafiletto di quotidiano.

Infatti il Golden rice è (ancor oggi, purtroppo) ben lungi dall’essere arrivato allo stadio di coltivazione... risulta dunque assai difficile credere che l'80% degli alimenti siano da esso derivati.
E poi, come si fa a parlare di pericolo monocultura a causa del riso fortificato? Nel sud-est asiatico? Ma non è ridicolo? Eppure per capirlo, se non bastasse il buonsenso, sarebbe sufficiente guardarsi un grafico che indichi dove si produce il riso nel mondo! o no?


Questo, a quanto pare, però non era un caso isolato di rotiliante qualunquismo informativo. Poco prima infatti, nella stessa seduta della commissione, il nostro esperto sosteneva:

“Quanto alla biodiversità non vi è dubbio che queste piante, più forti, prenderanno sicuramente il sopravvento e nelle zone a coltura monopolizzeranno il territorio.”

Interessante assunzione, ma concedeteci una domanda, secondo voi questa ragazza cosa sta facendo?

Sarà, ma a noi pare stia eliminando le malerbe, sì perchè in genere è "più facile" che delle specie selvatiche invadano "naturalmente" habitat "antropici" pittosto che il contrario - insomma questo dovrebbe essere un noto dato di realtà.

Sì, dovrebbe a tutti essere noto che le piante coltivate (anche gli OGM) negli habitat naturali sono delle vere ciofeche! Come dimostra anche il grafico qui sotto, che rappresenta la percentuale di sopravvivenza delle piante coltivate dopo un anno di "incuria" (in blu le colture convenzionali, in rosso gli equivalenti OGM). Addirittura, dopo 3 anni, spariscono del tutto!


Certo è vero, la ricerca di Crawley et al. è stata pubblicata da Nature nel 2001 (vol. 409, pp682-683) cioè dopo l'uscita pubblica di Rotilio. Ma un minimo di conoscenza della materia "non vi è dubbio" che avrebbe preteso "sicuramente" un po' più di prudenza e di umiltà (forse era meglio chiedere consiglio ad un qualunque contadino, o no?).

Se questi sono i pezzi da 90, cosa ne dite: c'è da fidarsi?

Continua...

La scoperta dell'acqua calda...

A volte scoprire l'acqua calda può rivelarsi interessante oltre che utile, come ad esempio in questo caso.


Probabilmente molti di voi, guardando questa figura non ci vedranno granchè, ma in realtà (di)mostra una cosa molto importante, che si è sempre sentita dire, ma che non si era ancora resa EVIDENTE.

Questa figura, che viene da un recente articolo pubblicato da PNAS, dimostra che i metodi di miglioramento genetico "tradizionali" (in questo caso la mutagenesi) sono ben più invasivi per la pianta dei metodi usati per la produzione degli OGM. Ma facciamo un passo alla volta.


C'era una volta il WT


Una volta, tanto tempo fa (ed oggi ancora ai bordi di qualche campo o in qualche landa più o meno sperduta), cresceva una specie selvatica (Wild Type - WT) che è improvvisamente divenuta interessante per l'uomo.

Questa manifestazione di interesse da parte dell'uomo ha però implicato fin da subito per la pianta l'inizio di un lungo processo di "modifica". Processo tutt'altro che marginale sia delle sue proprietà nutrizionali, ma anche del suo stesso aspetto (come si può osservare molto bene confrontando ad esempio il teosinte con il mais)... ma la cosa più importante è che queste modifiche sono state "strutturali" ovvero "genetiche", tanto che vengono trasmesse di generazione in generazione.

Gli effetti dei processi di selezione "umana" sul genoma delle piante sono stati esemplificati molto bene da Ingo Potrykus in questo schema:


Tutto questo modifichio ha sempre fatto ritenere agli operatori del settore che le tecniche di ingegneria genetica legate agli OGM fossero più mirate e meno invasive rispetto a qualunque altro processo di selezione. Fino ad ora però mancava "the smoking gun"...

...ed ecco che arriva l'articolo di Batista e collaboratori che dimostra 2 cose molto importanti(*):

1) Quando io trasformo una pianta (e creo un OGM) faccio molti meno danni alla pianta rispetto a quando uso metodi "convenzionali" come il mutational breeding.

2) Dopo 3 generazioni da quando ho usato i metodi "naturali" o di ingegneria genetica, tutta la situazione trova un suo equilibrio e la pianta in entrambi i casi trova una sua "normalità".


Il take home message

Il messaggio urbi et orbi di queste 2 osservazioni è a nostro avviso racchiuso efficacemente nelle parole di Batista e compagnia(**):

"Abbiamo trovato che il processo di miglioramento genetico può causare stress alla pianta e portare ad una alterazione nell'espressione anche di geni non interessati dalla modifica.

In tutti i casi studiati queste alterazioni sono maggiori nelle piante mutagenizzate. Noi proponiamo dunque che la procedura di valutazione del rischio sia applicata seguendo un approccio caso per caso e non semplicemente ristretta ai soli OGM"

Noi ci limitiamo ad annuire.


Note a margine

(*) Alcuni numeri: Il genoma delle piante annovera all'incirca 30.000 geni. Batista et al. hanno trovato che il processo di mutagenesi aveva alterato l'espressione di 11.000 geni (1 su 3!) mentre l'ingegneria genetica solo 2.000 (1 su 15).
In ogni caso dopo 3 generazioni i geni, che mantengono una espressione alterata, nel caso della mutagenesi sono 50 (1 su 600) mentre per la transgenesi 25 (1 su 1200). Questo secondo fatto è peraltro la dimostrazione di come i sistemi biologici vegetali siano molto "robusti" e sappiano ripristinare un equilibrio autonomamente, anche dopo aver subito uno scossone "trascrittomico" che ha coinvolto l'espressione di 1/3 dei propri geni.

(**) We found that the improvement of a plant variety through the acquisition of a new desired trait, using either mutagenesis or transgenesis, may cause stress and thus lead to an altered expression of untargeted genes. In all of the cases studied, the observed alteration was more extensive in mutagenized than in transgenic plants. We propose that the safety assessment of improved plant varieties should be carried out on a case-by-case basis and not simply restricted to foods obtained through genetic engineering.

martedì 18 marzo 2008

Votate gente! Votate!

Fin qui, direte voi, nessun problema... il problema infatti sta semmai in CHI votare!?

No, state calmi, nessuna indicazione, o presunta tale, uscirà da questo post, semmai qualche considerazione da prendere insieme a dei tarallucci e del buon vino. Altro pare non vi sia di agro-alimentare in questa campagna elettorale, concentrata più sulle "gaffe" o sui listini che sul futuro del nostro (sempre più) povero paese.

Ma, rompendo gli indugi eccovi qui, prese paro paro dai programmi, le visioni degli schieramenti sull'agro-alimentare nostrano. Vedrete che non sarà una cosa lunga.

Partito Democratico

Promuovere la buona agricoltura:
1. Spostare più risorse comunitarie dagli aiuti diretti al mercato verso le Politiche di Sviluppo Rurale (con particolare riferimento alle zone svantaggiate e di montagna), in coere
nza con lo spirito della riforma della Politica Agricola Comune (PAC), che è stato sostanzialmente tradito nella sua applicazione.
2. Incentivare la diffusione dell'agricoltura biologica, utilizzando al meglio lo strumento del relativo Piano e prevedendo la creazione di un Marchio per il Biologico italiano.
3. Avviare un intervento coerente ed organico per lo sviluppo delle bioenergie, che dia un quadro di certezze nel lungo periodo, sia per quanto riguarda gli incentivi fiscali, sia per quanto riguarda l'assetto normativo.
4. Porre un efficace freno al processo di continua erosione delle superfici destinate all'agricoltura da parte di altre tipologie di utilizzo.
5. Dare finalmente attuazione alla legge sull'indicazione in etichetta dell'origine delle mate
rie prime agricole trasformate.
6. Favorire la filiera corta e il rapporto diretto tra i produttori agricoli e agroalimentari e i consumatori.
7. Difendere i marchi DOP e IGP a livello
comunitario e in sede di accordi WTO.
8. Intensificare il sistema dei controlli per combattere l' "agropirateria" e le frodi alimentari.

Popolo delle Libertà

Sviluppo dell’agricoltura: salvaguardia degli interessi italiani in Europa, difesa e valorizzazione del prodotto italiano mediante l’indicazione obbligatoria dell’origine geografica, contenimento dei costi di produzione (anche con la stabilizzazione del regime fiscale e previdenziale agricolo), valorizzazione dei prodotti tipici, riduzione dei passaggi dal campo alla tavola dei prodotti a
gricoli, diffusione di mercati gestiti direttamente dai produttori agricoli.


Scusate, ma solo a noi paiono, virgola più virgola meno, uguali?

Forse saremmo più fortunati con gli altri. Vediamo ad esempio l'UDC... no, nulla, ci "stupisce" invece la Sinistra Arcobaleno:

PER UNA AGRICOLTURA DI QUALITÀ

La sovranità e la sicurezza alimentare devono essere poste al centro di ogni strategia, anche di natura economica, e con esse le concrete condizioni di vita e di reddito di coloro che consentono al cibo di giungere sulle nostre tavole.
La Sinistra l’Arcobaleno propone, in particolare, che sia necessario sostenere la moratoria a livello europeo per gli OGM e non consentire forme di
tolleranza per la contaminazione delle sementi. Occorre contrastare l'abbandono delle aree agricole e tutelare il paesaggio rurale, promuovere la vendita diretta degli agricoltori e la 'filiera corta', sostenere con continuità l’agricoltura biologica ed i prodotti tipici, procedere con decisione nell’introduzione dell’etichettatura di origine per tutti gli alimenti, rafforzare e coordinare i controlli sulla sicurezza dei cibi. Con altrettanto impegno è necessario favorire l’impegno dei giovani in agricoltura, promuovere la ricerca applicata nel settore, ridurre gli oneri burocratici a carico degli agricoltori, incentivare il risparmio idrico ed incrementare le risorse per lo sviluppo rurale.


Questi, a confronto degli altri, paiono quasi coraggiosi, addirittura indicano gli OGM come primo punto del loro programma agricolo e dei loro problemi. Crediamo sia sempre per la teoria che il Male dopotutto vada combattutto sempre e comunque. Se non altro hanno le idee chiare, le lenti deformanti sono sempre quelle, ma non si può avere tutto dalla vita.


Qualche riflessione

Questo a grandi linee quello che ci toccherà nel prossimo futuro.
La nostra percezione è che comunque vada, l'agro-alimentare italiano queste elezioni le avrà perse. Per diversi motivi tra i quali:

1) è l'ultimo dei pensieri della politica italiana, in tutt'altre faccende affaccendata.

2) è interessante solo se funzionale ad acquisire potere e consenso - mediatico soprattutto - tramite azioni tanto eclatanti quanto inutili (Ghigo insegna, è poi superfluo citare il recente "referendum").

3) in questo panorama l'unica opzione politica che viene offerta è il protezionismo più spinto, il mantenere a tutti i costi lo status quo.

4) Il Marketing Mix ideale per mantenere lo status quo (non potendo fare leva sul rinnovamento del Prodotto e sul Prezzo) è martellare - molto molto forte - la crapa dei consumatori con la Pubblicità e cercare di ottimizzare il sistema Distributivo per contenere i costi. Però!

Dunque, mentre tutto il mondo innova e ristruttura i suoi sistemi agricoli, noi ci limitiamo ad abbellire il packging di un prodotto sì buono, ma un po' datato, che dipende cronicamente da importazioni che potremmo controllare solo ad un costo spaventoso, e che è costretto a rispettare standard qualitativi e di sicurezza alimentare sempre più elevati senza poter usare strumenti innovativi, cercando - spesso invano - di parare colpi bassi che non sappiamo nè prevedere nè anticipare, ma soprattutto rispettare.

Questi programmi "elettorali", anche se - e diciamo se - realizzati, serviranno a malapena a ripristinare il belletto, a ritardare la presa di coscienza che qualcosa di più doveva e poteva essere fatto... speriamo solo che l'illusione sfumi prima che sia troppo tardi.

giovedì 13 marzo 2008

Golden Rice: La storia infinita

É ormai chiaro che le agrobiotecnologie sono il nuovo Male del mondo (se l'avida e gretta umanità rinunciasse agli OGM infatti vivrebbe in pace, ciascuno avrebbe finalmente un reddito decoroso, sparirebbero le malattie, il dolore, per non parlare della morte e in più, compreso nel prezzo, ci sarebbe anche l'eterna giovinezza per tutti!... devo verificare se sono ancora disponibili anche le 40 vergini... ora non ricordo).

Davanti a questa strepitosa mega-offerta è ovvio che il rifiuto verso gli OGM (e le agrobiotecnologie più in generale) non può che essere radicale: senza se e senza ma, anche quando esse, "piegando il capo", si mettono al servizio di finalità "nobili", come il salvare colture tradizionali dall'estinzione o, ancor piú nobili, l'alleviare problematiche alimentari e malattie che affliggono il nostro povero mondo.

Ma veniamo alla storia di oggi, che vorrebbe raccontare di un ricercatore che, riconosciuto un problema, ha cercato di proporne un rimedio (che sciocco!). La sua soluzione infatti aveva un grosso unico difetto quello di essere "biotecnologica". In questi casi si ha infatti l'obbligo di sostare - lungamente - in Piazza della Vittoria e di transitare per tutte le caselle IMPREVISTO che, imprevistamente appunto, si moltiplicano sul tabellone, anche dove un secondo prima tutti si era letto Vicolo Corto.

Questa è la storia di Ingo Potrykus e del Golden Rice.


Ipovitaminosi A, cecitá, paesi in via di Sviluppo
L'Organizzazione mondiale della sanitá ha stimato che tra i 100 e i 140 milioni di bambini sotto i 5 anni sono a rischio di carenza di vitamina A: il 69% dei bambini del Sud-Est Asiatico e il 49% dei bambini africani si trovano in questa condizione. La carenza di vitamina A (in inglese VAD, vitamin A deficiency) porta a diverse conseguenze, la cui gravitá é proporzionale all'entitá della carenza. La prima manifestazione é la xeroftalmia, cioé l'impossibilitá di produrre lacrime con conseguente secchezza degli occhi, per poi passare alla cecitá notturna fino ad arrivare alla cecitá totale e irreversibile.

Altre conseguenze sono anemia, disfunzioni riproduttive, turbe dell'accrescimento, aumento della suscettibilitá alle malattie, e quindi maggiore mortalitá.
Il fattore fondamentale per cui i bambini dei Paesi in via di sviluppo soffrono di VAD é la malnutrizione: lo scarso accesso a frutta e verdura ricchi in vitamina A, che si aggrava nelle stagioni in cui la frutta manca del tutto, associato in generale alla mancanza di grassi e alimenti di origine animale nella dieta.


L'idea del Golden Rice
I ricercatori si sà sono dei tipi strani che hanno idee balzane, tendono a pensare, alle volte, cose del tipo: "guarda questo problema, fa soffrire milioni di persone, vediamo se riesco, con quel che sono capace di fare, ad aiutare ad alleviarlo". Insomma, credono ancora nell'utilità della ricerca e dell'innovazione per migliorare questo mondo. Poveri illusi (come vedremo, in tutti i sensi).

Nella fattispecie il ricercatore in questione è il prof. Ingo Potrykus di Zurigo che ebbe proprio un'idea di questo tipo alla fine degli anni '80 partendo dalle seguenti considerazioni:

1) il maggior componente della dieta delle popolazioni a rischio di VAD é il riso,
2) il riso é disponibile in tutte le stagioni (anche quando la frutta non c'é)
3) il riso é carente in vitamina e provitamina A (B-carotene)
4) perché non provare a modificare geneticamente il riso perché produca provitamina A?

Ci sono voluti parecchi anni di ricerche ed il supporto della Rockfeller Foundation, dell'UE (sì, il golden rice è anche "roba nostra") e della Svizzera, ma dal 1999 il golden rice c'è. Esiste. Inoltre, dopo un'infinita trafila, prof. e coll. sono riusciti a svolgere anche la prima sperimentazione in campo nel 2004 in Louisiana.


Le critiche

Come prevedibile le critiche non si sono fatte attendere. Ma in questo caso i detrattori si sono davvero sprecati. Tra le "standard" c'é il solito argomento del terribile impatto ambientale degli ogm (impatto che è sempre e comunque sconosciuto, ma senza dubbio devastante), obiezione particolarmente risibile in questo caso, ma come ben si sà tutto fa brodo…

Vediamone però qualcuna di cui vale almeno la pena fare menzione:

Provitamina A nel Golden Rice: troppa o troppo poca?
Ebbene sí, sembra assurdo, ma sono state mosse entrambe le accuse al Golden Rice, e ben prima che si mettesse alla prova sul campo.

Nel 2000, poco dopo l'uscita dell'articolo di Science, infatti Vandana Shiva denunciava il potenziale tossico di una esagerata assunzione di vitamina A che poteva scaturire dalla diffusione del riso arricchito. Peccato che la "scienziata" Shiva (sarebbe meglio fosse anche schiva...) sia una cippa in biologia e non sappia distinguere tra vitamina A e pro-vitamina A (il B-carotene prodotto dal GR). La prima è tossica se assunta in grandi quantità, la seconda no. Chapeau alla laurea in fisica della Bandana.

Qualcuno deve aver sparso in giro la voce della cantonata presa ed ecco che, qualche mese dopo, tocca a Greenpeace scandalizzarsi, questa volta di fronte ai contenuti "ridicoli" di B-carotene presenti nella prima linea di Golden Rice sviluppata (1,6 microgrammi/g) dicendo che "un semplice calcolo mostra che un adulto dovrebbe mangiare 12 volte le normali quantitá di riso per ottenere la dose giornaliera raccomandata di provitamina A". Peccato che facendo qualche piccola verifica si scopra che: Greenpeace prende come riferimento i livelli raccomandati per una crescita ottimale (500 e 850 microgrammi/giorno) e non quelli sufficienti a prevenire i segni clinici di ipovitaminosi. In realtà basterebbe leggersi le linee guida FAO/OMS, per scoprire che i livelli riportati da Greenpeace dovrebbero essere tagliati esattamente a metá (come probabilmente anche tutto quello che dicono).

Andrebbe poi aggiunto che è sensato aspettarsi che il Golden Rice non fornisca il 100%, ma magari (tanto per dare una cifra) solo il 30% della provitamina A assunta. Nei casi però dove la carenza è più forte, questo apporto in più potrebbe far passare l'assunzione dal 10% della dose raccomandata al 40%, riuscendo così a prevenire le condizioni patologiche estreme (cecità e suscettibilità alle malattie). Non male per un semplice integratore che non si vede perchè è già contenuto nel riso che abitualmente mangio!

Ma poi c'è da dirla questa cosa... nessun ricercatore si è mai messo in testa di avere LA RISPOSTA, ma semmai di dare un contributo ad essa... visto poi che i metodi attuali per il contenimento della VAD proposti dalla comunità internazionale o dai vari movimenti, quali l'estemporanea coltivazione della Moringa oleifera magari nelle favelas delle megacities, si presentano come ben più che perfettibili, perchè non aggiungere anche questo strumento nella nostra cassetta degli attrezzi per contrastare la VAD?

In ogni caso, negli anni il Golden Rice Project ha saputo sviluppare da quella linea originaria (che aveva solo un pizzico di B-carotene) nuove linee che contengono addirittura 23 volte il livello di beta-carotene originale. Questo processo, per chi non ne fosse al corrente, si chiama MIGLIORAMENTO GENETICO ed è comunemente usato in agricoltura per migliorare le specie agrarie e animali. Può non piacere, ma funziona e stranamente pare essere l'unico metodo che non richiede di procedere allo sterminio di esseri umani.

Il Golden Rice è il cavallo di troia delle multinazionali
Ebbene sí, ci sono delle multinazionali coinvolte nel progetto Golden Rice, e sappiamo che questo fa puzzare subito l'arrosto di bruciato. Ma forse vale la pena di capire se ci sia solo qualche sordido sotterfugio delle corporation o se invece il progetto sia effettivamente umanitario e i beneficiari coloro che ne hanno veramente bisogno (dato che si tratta di una questione di vita o di morte). Per non dimenticare che ci stanno tutti facendo una capa tanta con questa benedetta CSR, ora, se qualcuno un po' di questa responsabilità se la piglia allora benvenga!

300Non é un mistero che per fare ricerca ci vogliano soldi: il progetto iniziò grazie a un finanziamento della Rockefeller Foundation, tuttavia in fasi piú avanzate gli ideatori si sono resi conto che la collaborazione di un'azienda privata con una forte competenza in questo campo era indispensabile (non foss'altro per l'esperienza non solo nella tecnologia, ma anche e soprattutto nelle questioni normative e brevettuali ad esse connessa - questioni su cui torneremo, per ora vi invitiamo a leggervi questo pezzo molto interessante - sapendo inoltre che la procedura d'approvazione degli OGM é particolarmente complessa e lunga). Il primo partner del progetto fu Zeneca, che non nascose di avere interessi commerciali nel "Primo mondo", ma assicurò la diffusione nel "Terzo mondo" a titolo gratuito. Successivamente Syngenta, che ha ereditato questo progetto da Zeneca, ha rinunciato a un qualunque interesse commerciale, non foss'altro perché l'arricchimento del riso con carotenoidi non ha un grande potenziale in termini commerciali in Paesi in cui l'assunzione di vitamina A é piú che sufficiente. Il risultato é che, nonostante ci siano effettivamente dei brevetti sulle tecnologie del Golden Rice, nessuno di questi oggi impedisce che questo riso sia donato ai governi in modo che possa essere reso disponibile gratuitamente agli agricoltori delle aree a rischio.
Che Syngenta faccia di ciò una parte della propria CSR a noi, personalmente, non fa altro che piacere.

Il Golden Rice è una bufala, perchè non ha funzionato, non c'è, chi l'ha mai visto?
Questa è un'obiezione molto cara anche qui da noi. Usata a più riprese anche dal prof. Buiatti e dal nostro magico Capanna. Insomma il Golden Rice se dal 1999 ad oggi a quasi 10 anni di distanza non è ancora entrato in commercio ci sarà un motivo ed il motivo è che non funziona!

Bene, anche noi qui non possiamo che dire che qualche problemino c'è stato, ma spiace però sottolineare che non è stato di natura scientifica.

Dopo essere stato accusato di essere un folle (e anche di peggio), oggi il prof. Potrykus ha una sola grande frustrazione: il non poter mettere alla prova il Golden Rice a causa di processi di autorizzazione lunghi e enormemente costosi che sono il vero ostacolo che impedisce che un riso arricchito di provitamina A (sic!) arrivi alle bocche di chi ne ha bisogno. Nessuno dice che non ci debbano essere adeguati studi di sicurezza prima di diffondere una nuova pianta geneticamente modificata, il problema é che gli studi dovrebbero essere commisurati al rischio, e non disgiunti dall'analisi dei benefici. Invece per l'approvazione é necessario presentare dati che necessitano anni (oltre che un mare di soldi) per essere prodotti, e la cui utilitá risulta in certi casi assai scarsa se non del tutto assente. Grazie a tutto ciò questo nuovo strumento non sarà disponibile prima del 2014 con buona pace di chi anche per un soffio, grazie ad esso, avrebbe potuto risparmiarsi la VAD. I loro ringraziamenti, a chi a contribuito a ciò, ve li risparmiamo.

A noi, che grazie a Dio di questi problemi non ne abbiamo, verrebbe da dire che di rischi connessi al Golden Rice proprio non riusciamo a vedere, visto anche che ha passato indenne tutta la trafila (non quella UE, ma in termini scientifici una equivalente), ma evidentemente non riescono a trovarne di seri nemmeno quelli che ad esso si oppongono. Eppure, invece di chiedere a gran voce, da paladini della giustizia quali si sentono, di metterlo alla prova dei fatti e nei campi essi continuano ad opporsi, perchè sono convinti che, se esistesse anche un solo OGM buono, perderebbero il super-premio... e l'eterna giovinezza mediatica che tuttora dà loro un tema come questo.


Nota a margine

Tanto per capirci su che razza di personaggi girano in questa storia, leggetevi questa chicca dove Potrykus, tra le altre cose, racconta di come Greenpeace ha rubato i semi di Golden Rice destinati all'IRRI. E bravi i nostri eroi.

Chissà cosa si inventeranno per far slittare al 2000 e mai il suo utilizzo, rendendo infinita una storia che dovrebbe essere già una realtà del nostro presente.

mercoledì 5 marzo 2008

Cosa pensereste...

...se vi dicessero che l'ex Direttore Vendite di Monsanto è ora diventato responsabile di settore per una Fondazione che si occupa del rapporto OGM e società?

Giusto, lo penseremmo anche noi.

e cosa pensereste se invece vi dicessero che l'ex responsabile campagna (anti-)OGM di Greenpeace è oggi coordinatore di ben 2 gruppi di ricerca (o lobby che dir si voglia) della Fondazione per i Diritti Genetici (sì, quella di Capanna) dove discetta simpaticamente* di OGM?

Beh certo, vi capiamo, è naturale pensarlo, ma questi sono solo pregiudizi, o no?


(*) Il commento dell'ex greenpeacer sul report ISAAA, analizzato recentemente anche da noi, non si può dire che manchi di ironia infatti comincia con un: "Oooh ISAAA. Oooh ISAAA. Che fatica leggere il rapporto...". Comunque se vuole possiamo spiegarglielo noi...
Related Posts with Thumbnails