venerdì 30 novembre 2007

Il Capannello (n.4) - Liberi "battitori"

E' con un pò di imbarazzo che noi si scrive questo post.

Sì perchè il "buon" Capanna, non pago di aver dato del venditore di tappeti marocchino a Roberto Defez, ricercatore del CNR, durante la puntata di Porta a Porta di martedì 27 novembre (il che, già di per sè, la dice lunga sulla sua visione del mondo), ha deciso di spingersi oltre tornando su di un tema a lui caro: le "signorine".

OGM:CAPANNA, DIFFIDARE DI SCIENZIATI 'SQUILLO' COME VERONESI

(ANSA) - ROMA, 29 NOV - C'é la scienza buona, che ha come primario interesse il cittadino, e quella cattiva, foraggiata da industrie farmaceutiche e multinazionali, interessata solo al profitto. "E' contro questa cattiva scienza e scienziati 'squillo'-profittuali" che bisogna lottare e di cui bisogna diffidare. Un caso emblematico di cattiva scienza è rappresentato dal prof. Umberto Veronesi".


In questo ultimo periodo, come abbiamo già avuto modo di notare, ha infatti preso l'abitudine di ricoprire di sterco, con idoneo attrezzo, il prof. Umberto Veronesi (ma non solo) e, nonostante gli sforzi fatti per farlo tornare a più miti consigli, pare non trovare pace se non nella contumèlia.
Tanto che gli è arrivata una sonora "tirata" d'orecchi addirittura dagli insigni Accademici Nazionali che qui vi riproponiamo integralmente. Prima però di lasciarvi al dotto testo vorremmo porvi una domanda: "Se Veronesi è una meretrice, Capanna che ha preso per la sua Campagna 500.000 € da COOP e compagnia, e che ha da sempre preso soldi da loro per sostenere posizioni anti-OGM tramite il suo Consiglio dei Diritti Genetici, cos'è?"


La nota degli Accademici
(i gras
setti sono presenti nel testo originale... i link sono nostri)

Questa nota, sottoscritta da 11* componenti della Accademia Nazionale dei Lincei, Sezione Botanica e Applicazioni, e della Accademia Nazionale delle S
cienze, interviene su un aspetto particolare del dibattito sugli organismi geneticamente modificati (OGM) e sull’utilizzo di alcune varietà di piante geneticamente modificate in agricoltura, auspicando che chi partecipa ai dibattiti su scienza e società, pratichi il rispetto delle reciproche posizioni e l’uso corretto e completo dell’informazione scientifica disponibile: come è successo per altre importanti applicazioni della scienza, all’inizio la novità tecnologica ha molto attirato l’attenzione dei mezzi di comunicazione. L’attenzione è continuata nel tempo, tanto che gli OGM risultano frequentemente essere oggetto, anche vivace, dell’attuale dibattito sociale e politico.


Nel 2003 una commissione mista di membri dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia delle Scienze detta dei XL ha prodotto la rassegna “Biotecnologie vegetali e le varietà OGM”. Il volumetto, pubblicato a cura dell’Accademia Nazionale delle Scienze, Roma (www.accademiaxl.it), può interessare a chi vuole conoscere dettagli scientifici e implicazioni sociali delle colture transgeniche; ma non si vuole qui richiamare le conclusioni a suo tempo pubblicate. Preoccupa, invece, la sistematica negazione che gli oppositori degli OGM fanno della bibliografia scientifica via via disponibile sull’argomento, ignorando in particolare i risultati degli esperimenti che certificano l’assenza di nocività per uomini ed animali di specifici OGM sviluppati finora e il contributo che le nuove varietà di piante offrono per la resistenza delle relative colture alle avversità ambientali e alle malattie, per migliorare la qualità dei prodotti agricoli e per diminuire il ricorso ad inquinanti interventi chimici in agricoltura.

Si possono anche comprendere queste “omissioni” considerando la forte polarizzazione del dibattito in corso, deplorando nel contempo l’uso di approssimazioni acritiche con cui gli OGM possono essere stati divulgati. Ciò che però non si comprende è il ruolo che viene assegnato nella discussione alla scienza e ai suoi cultori, questi ultimi da considerare un riferimento quando vengono richiesti pareri motivati da prove scientifico-sperimentali. Chi si oppone agli OGM, tuttavia, cita spesso a suo favore il parere di scienziati della cui preparazione nel settore delle biotecnologie vegetali non si è certi: si sentono dibattiti dove, senza descrivere o citare le prove, (presunti) oncologi affermano la comparsa di tumori dopo il consumo di OGM, immunologi che li definiscono allergenici, ecologi che avversano il loro uso nella pratica dell’agricoltura biologica. Non si ricorda mai, per contro, che 17 Società scientifiche operanti in Italia nei campi dell’agricoltura, genetica e sicurezza alimentare, alle quali aderiscono più di 10.000 membri, si sono dichiarate favorevoli alla sperimentazione in campo di varietà transgeniche di piante.

Far notare queste omissioni non è, tuttavia, lo scopo principale di questo intervento. La preoccupazione più grande e la ragione ultima della nota riguarda l’utilizzo, da parte degli oppositori degli OGM, di attacchi diretti al comportamento privato e alla correttezza deontologica degli scienziati le cui opinioni non sono per principio contrarie agli OGM. Le ragioni che motivano questi attacchi sono di solito: collateralismo con le multinazionali; pagamenti ad personam fatti dalle stesse organizzazioni; uso di fondi privati per ricerche che mettano in buona luce gli OGM; interessi personali a sviluppare e imporre la tecnologia transgenica in agricoltura. Anni di simili atteggiamenti verso chi seriamente, in buona fede e con competenza, opera nelle Istituzioni pubbliche o private hanno comunque generato un risultato: molti ricercatori e studiosi esperti in materia evitano ormai di esporsi in dibattiti pubblici per non rischiare intromissioni nella loro vita privata, per non essere senza obiettiva ragione attaccati o diffamati in adunanze pubbliche, nei Consigli regionali e in Parlamento, o infine per non venire screditati nell’esercizio della loro professione (una grave conseguenza riguarda l’attendibilità del loro insegnamento: spesso, infatti, questi ricercatori sono anche docenti universitari).

Quanto sopra induce gli scriventi a denunciare le azioni messe in atto, anche recentemente, contro singoli ricercatori. Esse tendono ad imporre, in materia di giudizio scientifico, verità, o falsità, di parte; offendono la libertà di pensiero e la libera espressione delle proprie opinioni; richiamano metodi di pressione politica sulle coscienze, che dovrebbero appartenere al passato. I canali mediatici pubblici e quelli privati dovrebbero dar spazio alle diverse opinioni e non appoggiare iniziative non obiettivamente documentate. Comportamenti che hanno obiettivi diversi derivano anche da posizioni politiche disattente alla necessità di informare correttamente il cittadino in questioni che riguardano argomenti scientifici.
I sottoscrittori di questa nota invitano i lettori a non interpretarla come un supporto all’uso in agricoltura delle varietà transgeniche di piante, novità per le quali prudenti criteri di valutazione e d’uso sono stati spesso suggeriti e codificati da direttive comunitarie. Essi vogliono semplicemente raccomandare, a chi partecipa ai dibattiti su scienza e società, di praticare il rispetto delle reciproche posizioni e l’uso corretto e completo dell’informazione scientifica disponibile.


A. Alpi
P. Costantino

A. Graniti

G. Martelli

L. Monti

M. Morgante

E. Pacini

A. Pignatti**

E. Porceddu

F. Salamini

G.T. Scarascia Mugnozza



(*) La Sezione Botanica e Applicazioni della Accademia Nazionale dei Lincei include 13 Membri: 9 hanno sottoscritto la nota, 2 non l'hanno sottoscritta, 2 non hanno espresso nè una posizione a favore della nota nè contraria, non avendo partecipato al dibattito. I 5 membri dell'Accademia Nazionale delle Scienze che hanno sottoscritto la nota sono i soci che si interessano di biologia e genetica vegetale applicate.

(**) Sostiene il documento specificamente dove raccomanda il rispetto di posizioni scientifiche individuali e l’uso corretto dell’informazione scientifica.

martedì 20 novembre 2007

MON863: un caso controverso... ma anche no.

Per continuare la serie: "gli scienziati divisi (o magari anche no)", vorremmo raccontare la lunga storia di un ogm apparentemente controverso (ma, come si sa, le apparenze ingannano), dando seguito ad alcune curiosità nate dopo il nostro post sul legame tra mais ogm (Mon810) e fumonisine, argomento che, grazie all'INRAN, oggi è tornato alla ribalta.

Il mais in questione si chiama MON863...

Prima di cominciare una premessa: noi crediamo che se tu hai un fratello spiantato non per questo lo sei necessariamente anche tu e ci piace applicare il medesimo principio anche agli OGM (non ci pare poi così assurdo): ogni ogm fà caso a sè e quindi si deve giudicare, appunto, caso per caso.

Nel nostro post sulla fumonisina il mais ogm cui ci riferivamo è un mais modificato per essere resistente alla piralide. Si chiama MON810 e da quando è stato approvato, ormai 10 anni fa, non ha mai dato fastidio a nessuno. Quindi non ci vergognamo a sostenere, alla luce della sua capacità di ridurre significativamente questo potente cancerogeno, che esso offra ai consumatori più garanzie di sicurezza del mais convenzionale o biologico.

Veniamo però ora al suo fratello minore che invece pare, il congiuntivo è d'obbligo essendovi la presunzione di innocenza fino a prova contraria, sia invece una testa calda. Vediamo un po' come stanno le cose...

Chi è il MON863?
Il MON863 è un mais geneticamente modificato per essere resistente non alla piralide, ma ad un'altro insetto che si chiama Diabrotica virgifera (endemico negli Stati Uniti, e dal 1992 apparso anche in Europa). Il meccanismo attraverso cui è stato reso resistente è simile a quello del fratello Mon810, gli è stato infatti insegnato a produrre una proteina, in natura prodotta dal batterio Bacillus thuringiensis (da qui il nome in codice Bt), che funziona come insetticida “naturale”. Il vantaggio delle tossine del Bacillus thuringiensis (il quale ne produce un sacco) è che sono molto specifiche e molte di esse non sono tossiche per i mammiferi e quindi nemmeno per l’uomo, questo perchè 1) vengono attivate ad un pH basico e noi abbiamo una digestione acida; 2) richiedono delle proteasi specifiche che sono presenti nello stomaco degli insetti e 3) devono legare dei recettori che noi non possediamo. In particolare per quest'ultima ragione, anche se nel mais bt le proteine sono presenti in forma già attivata, in ogni caso non provocano alcun problema per uomo e animali. E proprio perchè le tossine bt sono innocue per l’uomo, il Bacillus thuringiensis (sottoforma di spore vive) è usato largamente (dal 1920) nelle strategie di lotta biologica ed è autorizzato anche in agricoltura biologica.


Come è stata valutata la sicurezza del MON863?

Nel luglio del 2002 la Monsanto, che ha sviluppato il MON863, presenta presso le autorità tedesche richiesta di autorizzazione al commercio di mangimi e alimenti derivati da MON863. La richiesta è corredata da un dossier tecnico, che include tutti gli studi chimici sulla composizione di questo mais, i test per verificare l'assenza di allergenicitá, i risultati di studi di sicurezza sul singolo inserto genico e sui suoi prodotti (ovvero la proteina Cry3Bb1), uno studio di 90 giorni su ratti, uno studio sui polli e uno su vacche da latte. Gli studi sono stati effettuati in laboratori specializzati seguendo linee guida internazionali, ovviamente a spese della Monsanto.

Il comitato scientifico tedesco conclude che non ci sono motivi per supporre che la commercializzazione di questo mais implichi dei rischi per la salute. Come da procedura, questa prima valutazione viene resa disponibile al pubblico per commenti.

Tra i commenti pervenuti, alcune critiche sono espresse da diverse parti (tra cui la Commission du génie biomoléculaire, un organo consultivo del Ministero francese) riguardo allo studio di 90 giorni sui ratti: in esso si evidenziano infatti alcune differenze statistiche per alcuni parametri ematici.

Nel 2003 il comitato scientifico sugli ogm dell’EFSA, su richiesta della Commissione Europea, valuta tutte le critiche fatte al dossier, e conclude che nonostante si siano riscontrate alcune differenze statisticamente significative, i valori ricadono nella media della popolazione e non sono quindi ritenute biologicamente rilevanti.
L'EFSA tra l'altro afferma:
the dossier contains well-performed toxicological studies with the relevant species of animals and a statistically well-designed set-up. These studies were performed under quality assurance programs and OECD guidelines. The results of these 90-day rodent studies do not indicate adverse effects from consumption of maize lines MON 863.

Ma allora?! Come si spiega che ci siano delle differenze statisticamente significative, ma che gli esperti concludano che lo studio non indica alcun effetto collaterale?!
Beh, tutta colpa della statistica e di un italiano (vediamo se riusciamo a spiegarlo in modo comprensibile, la statistica è pur sempre statistica).

Se io vado a castagne e raccolgo 10 castagne sotto un albero, è possibile che ne trovi 2 con un "amico" al loro interno. Questo vuol forse dire che il 20% delle castagne di quell’albero sono bacate? Non lo so, magari se ripeto la raccolta (campionamento) ne trovo 4, ma è possibile anche che ne trovi 7 di bacate, ma non so se il mio risultato è dovuto a come le ho raccolte (può essere che sia stato solo sfortunato a beccarne 7 bacate!) oppure se è proprio l’albero che ha veramente il 70% di castagne bacate.

Insomma qual è la probabilità che il valore che io osservo è dovuto al caso (campionamento) oppure è un valore reale?

Per rispondere devo raccogliere più castagne. Ma più castagne raccolgo e più, in termini assoluti, castagne bacate trovo!
In sintesi, se esamino 1 parametro (n. di castagne bacate) e vedo una differenza, la differenza che osservo è magari significativa. Se però si presenta all'interno di una analisi di 100 parametri (peso, numero di aculei nel riccio, colore della castagna, presenza di "amici"...) potrebbe rientrare, se usiamo una "confidenza" del 95%, nel 5% di errori casuali dovuti al campionamento e allora quella differenza perde di significatività.

Esaminare dunque 100 parametri (o oltre 400 come nel caso del Mon863) è come fare 100 volte lo stesso esperimento: è logico aspettarsi che ci siano delle misurazioni che si presentano come significativamente differenti, ma se queste si mantengono in quel 5% di "confidenza statistica" ciò ci consente di dire che, "con tutta probabilità", non lo sono..

Nel caso Mon 863 questo è confermato anche dal fatto che andando ad esaminare le differenze osservate non c'è alcuna relazione tra dose ed effetto, ad esempio usando due livelli di assunzione nella dieta (11 e 33%). Stando ai cardini della tossicologia se una cosa è tossica, più ne mangi più ti fa male, per cui se il Mon 863 fosse tossico dovremmo osservare un effetto "negativo" proporzionalmente superiore nei topi alimentati con il 33% di Mon 863 rispetto a quelli alimentati con il 11%. Invece avviene il contrario.

Peraltro va sottolineato che, in fase di valutazione di un ogm, vengono sempre testate dosi molto più alte rispetto al reale consumo previsto di un prodotto: il 33%, ad esempio corrisponde a circa 33 grammi/kg peso corporeo/giorno, quando invece il consumo europeo medio di mais é di 17 grammi/persona/giorno, ovvero più di 100 volte inferiore (insomma è come se invece di una aspirina gliene avessero date 100 e non gli è successo nulla! Come si fa a dire che fa male sta roba!). Questo consente di avere un elevato margine di sicurezza quando si stabilisce l'innocuitá di un prodotto.


Dove sta la controversia?

Ma torniamo alla nostra storia: Greenpeace e Crii-gen (un comitato di ricerca e di informazione che si dichiara "indipendente", ma che non ha mai fatto mistero della propria posizione anti-ogm senza se e senza ma) chiedono e ottengono l’accesso al report stilato dagli esperti della Commission du génie biomoléculaire (che nel frattempo, a seguito delle chiarificazioni fornite sullo studio, aveva concluso positivamente sulla sicurezza di MON863) e, dopo l’opinione dell’EFSA, che avrebbe dovuto, almeno in teoria, fugare tutti i dubbi, ripartono più agguerriti che mai iniziando una battaglia legale per ottenere l’accesso ai dati originali dello studio della Monsanto.

I dati originali di questo studio infatti, presentati integralmente (e senza alcun tipo di occultamento) alle autorità nazionali e comunitarie, non erano ancora disponibili al “grande pubblico”. Il lavoro sarà inviato da Monsanto per la pubblicazione nel 2005 e saranno poi divulgati nel 2006 dall’inglese Food and Chemical Toxicology (senza nascondere le "differenze" riscontrate). Nel frattempo, vinto il processo, nel 2005 Greenpeace ottiene tutti i dati originali e li manda al Crii-gen per la contro-valutazione. Il Crii-gen guidato dal dott. Séralini pubblica la sua versione dei fatti nel maggio 2007 sulla rivista statunitense Archives of environmental contamination and toxicology.


Séralini nel suo articolo, pur riconoscendo a Monsanto il fatto di non aver occultato alcun dato e che la statistica utilizzata nello studio è corretta, prova una statistica alternativa e sostiene che le misurazioni dei parametri ematochimici rivelano segni di tossicità epatorenale e quindi questo prodotto non puó essere considerato sicuro.

A questo punto, urgeva un’opinione super partes per stabilire quale delle due versioni dei fatti fosse quella "credibile". Insomma delle due l'una: o è sicuro o non lo è.

L’EFSA, che è tutt'altro che un “passacarte delle multinazionali”, incaricata del riesame del dossier Mon863 alla luce delle osservazioni di Seralini, prende tempo e, data la delicatezza del tema, va con i piedi di piombo avvalendosi della collaborazione di due statistici indipendenti, della sopracitata Commission du génie biomoléculaire e dell’Agenzia francese per la Sicurezza alimentare (Afssa).

E tutti insieme appassionatamente concludono che l’allarmismo di Séralini et al. non ha fondamento...

...e vissero felici e contenti.




Alcuni note a margine dei documenti "originali":

L’Afssa tra l'altro afferma: "Ces auteurs semblent méconnaître la règle élémentaire régulièrement soulignée par la communauté scientifique et les institutions internationales, à savoir qu’une différence statistique significative ne conduit pas nécessairement à une conclusion biologique" (questi autori sembrano misconoscere la regola elementare regolarmente sottolineata dalla comunità scientifica e le istituzioni internazionali, e cioè che una differenza statistica significativa non conduce necessariamente a una conclusione biologica).
Che l’ipotesi di Séralini non fosse proprio tutta questa simpatia di credibilità, era dimostrato anche dal fatto che già nel 2004 i reni dei ratti usati in questo studio furono riesaminati “alla cieca” (cioè senza sapere da quale gruppo di animali, alimentati con Mon863 o meno, i reni provenissero) da anatomopatologi indipendenti che conclusero che non vi era alcun segno di tossicità. Ma magari tutti questi scienziati erano solo dei venduti, come si usa dire di recente.
Come spesso accade in tema di OGM (altro brillante esempio nè è il caso Ermakova) molti si domandano “perchè per fugare ogni dubbio non è stato ripetuto lo studio?”. La domanda è lecita, ma un po’ ingenua: da anni c’è un intenso dibattito sulla necessità/utilità di sacrificare animali da laboratorio per la ricerca. Problema peraltro sollevato a più riprese da gruppi animalisti non molto lontani da quelli anti-ogm (Per approfondire qui il link a un interessante post di un altro blogger, che peraltro è pure contrario agli ogm). Per questo esistono apposite commissioni etiche che valutano l'opportunità di tali sperimentazioni.

Etica vuole dunque che i test sugli animali vengano effettuati solo se necessario, e che qualora siano disponibili sufficienti informazioni provenienti anche da altri tipi di test (chimici, in vitro ecc.) i test sugli animali vadano evitati. Il caso del MON863 è un classico esempio in cui sacrificare altri animali può far piacere a chi si oppone agli OGM, ma non risulta affatto necessario. Infatti non è vero che lo studio effettuato indichi un sospetto di tossicità, e non lo dice BBB! ma: l’Istituto Roch, l’EFSA, l’Afssa, la CGB, due statistici indipendenti, per non parlare dei referees di Food and Chemical Toxicology, a nostro modo dunque un buon numero di "esperti" (di quelli veri si intende) che sostengono tra l'altro che non ci sono dubbi sulla qualità dello studio presentato nel dossier. Se poi si aggiungono anche tutte le altre informazioni disponibili su questo evento presentate nel dossier, è facile pensare che nessun comitato etico serio approverebbe una nuova sperimentazione sui ratti solo per soddisfare la curiosità di qualche "cronico" oppositore.


P.S.: Abbiamo richiamato spesso in questo post la nostra opinione (in ogni caso massimo rispetto per chi la pensa diversamente da noi) sul fatto che non si possano definire tout court "indipendenti" o "esperti" coloro che sono ideologicamente (o economicamente) schierati contro gli ogm. Parlando per esempio del dott. Séralini, ci viene infatti il sospetto che le motivazioni che lo portano a dichiarare la presenza di “segni di tossicità” (nonostante, stimandolo come ricercatore, crediamo si renda perfettamente conto che la statistica dice altrimenti) risiedano più in una certa preconcetta avversione verso il geneticamente modificato per sè (o le multinazionali, o magari anche solo simpatia per coloro che sostengono il suo comitato) piuttosto che nei dati sperimentali. Sarà poi un caso che già prima che la discussione sullo studio in questione cominciasse (ovvero nel settembre 2002) il Crii-gen dichiarasse la sua “avversione” a priori verso questo mais resistente alla Diabrotica?

giovedì 15 novembre 2007

Questi dati non dovevamo vederli! Quali altri?

E' di questi giorni la notizia che l'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione) ha tenuto in un cassetto per due anni (dicasi 2 anni, 730 giorni, 17520 ore o, se preferite, 63 milioni di secondi), su ordine di chi, ancora non si sa, questi dati sul contenuto di fumonisine (di cui già lungamente parlammo) del mais Bt (OGM) e del mais convenzionale. Dati ottenuti da una sperimentazione pubblica. Secondo voi perchè?


Cosa dice questa tabella?

Nel 2005, all'interno del progetto "OGM in agricoltura", sono state esaminate due varietà di mais convenzionale e le due "isogeniche" GM, cioè identiche, ma con in più il carattere Bt (resistenza alla piralide). Cecilia isogenico di Elgina (Bt) e P66 isogenico di P67 (Bt).

Beh, le 2 varietà GM hanno prodotto 48 e 31 quintali in più per ettaro rispetto al mais convenzionale, cosa che non dispiacerebbe a nessun agricoltore, ma questo dato dall'INRAN lo fecero uscire, in calce, scritto in piccolo, ma almeno ce lo fecero sapere.
Solo che, oltre a questo più che rilevante aumento di resa, gli OGM presentavano (ultima colonna) 1/100 del livello di fumonisine presenti nelle varietà convenzionali. Ovvero: il mais Bt è risultato essere molto più sano e più sicuro del mais convenzionale...

Buono a sapersi, no?

Eh no! Ci si rende subito conto che questo dato, se reso pubblico, sarebbe una bomba! Pensate, uno studio indipendente, pubblico, eseguito da gente, come vedremo, dichiaratamente anti-OGM e contro le multinazionali (en passant, che ipocrisia essere contro le multinazionali e poi usare tutto quanto loro producono) che dimostra che un OGM, prodotto da una multinazionale, è più sicuro di quello che fino ad ora abbiamo mangiato... esiste forse un dato più credibile?

...e così, qualcuno, a qualche livello, ha detto NO! Questo mai!
E allora? Occultare, occultare, occultare.


Da dove viene questa tabella?


Come tutti sanno, il precedente ministro dell'agricoltura, Alemanno, ha più volte esternato la sua "antipatia" verso gli OGM, l'ultima su Tuttoscienze del 14 novembre scorso in cui alla domanda: "E' sicuro che non ci siano pressioni [per insabbiare i dati positivi sugli OGM, Ndr]?" ha risposto: "Posso dirle una cosa: in Italia gli Ogm non passeranno!".

Però, forse in un attimo di equanimità, stanziò 6,2 M€ per svolgere un "mega" progetto per studiare gli OGM nel contesto italiano. Bene, direte voi. Finalmente un po' di chiarezza.

Beh, ripondiamo noi, dipende da cosa ci si fa con 6,2 M€. Dipende dal proprio concetto di equanimità.

Se li si usa, ad esempio, per fare dei sondaggi chiedendo alla gente se gli OGM fanno male, forse così ben spesi non sono
(se la gente pensa che il sole giri attorno alla terra... questo lo rende "vero", o anche solo ci permette di capire se è "vero"?).

Se li si dà a Capanna per preparare la sua iniziativa anti-OGM, forse così ben spesi non sono (consentire a Capanna di far vedere dei documenti scientifici originali, che non ha letto, solo per dare credibilità alle sue bislacche affermazioni sugli OGM, ci pare francamente un risultato assai deludente e deprimente).

Se li si spende per fare una prova sperimentale sugli OGM per valutarne le performance agronomiche e la sicurezza alimentare, ecco magari sì, così sarebbero ben spesi
. Ah, ma per la prova sperimentale in campo sono stati spesi solo 75.000€...

...e, di grazia, si può sapere gli altri 6,1 M€ per cosa sono stati spesi?

Vabbè, non stiamo a spaccar er capello in 4... e rimaniamo su quei 75.000€ e per cosa li hanno usati...

Dicevamo dunque che Alemanno lanciò il progetto, faraonico, “OGM in agricoltura” incaricandone l’INRAN, e più precisamente il
dr. Giovanni Monastra, uno dei suoi uomini.
Un uomo assolutamente super partes. Ad esempio in un’intervista alla domanda “Gli OGM panacea dei problemi mondiali dell’alimentazione?" risponde:"Una sciocchezza sostenuta dalle multinazionali del settore e da certi idioti che pretendono di essere degli scienziati. Gli OGM sono funzionali alla politica di conquista dei mercati da parte delle aziende che vogliono accaparrarsi l'agricoltura mondiale con i brevetti" (su questo in futuro torneremo, ma intanto leggetevi questo bel post di Dario Bressanini).
Altre esternazioni sugli OGM le potete trovare qui, l’inglese è penosetto, ma tutto sommato si capisce ancora il contenuto. Per maggiori informazioni su Monastra potete poi visitare la sua home page.

Bene, Monastra aveva il compito, anche per dare un minimo di serietà al progetto, di fare una prova sperimentale in campo aperto, ma era in difficoltà, non sapeva dove andare a piantare il suo mais per via di tutte queste leggi leggine leggette che di fatto impediscono alla ricerca anche di respirare.
Così entra in contatto con la Lombardia, regione più possibilista, e incarica il prof. Maggiore di sovrintendere al campo sperimentale. Alternative non ne aveva, ma mai errore più grave fu fatto.
Maggiore è infatti uno che in campo ci sta da una vita ed è uno scienziato intellettualmente onesto che va al fondo delle questioni. Quindi, quando si accorge che l'attacco della piralide è molto più forte sul mais convenzionale si domanda se questo non possa influire sul contenuto in fumonisine e si attrezza per fare delle analisi avvisando, anche per iscritto, l'INRAN. Per una ricostruzione del carteggio vi rimandiamo al sito di SAGRI.

E' vero dunque, l'INRAN non ha mai incaricato il prof. Maggiore di svolgere queste analisi. Nè ha incaricato la dr.ssa Miraglia. Se fosse dipeso dall'INRAN queste analisi nemmeno sarebbero state svolte. Se oggi sappiamo che il Mais Bt è più sicuro e sano di quello convenzionale lo dobbiamo solo all'intelligenza, alla libertà e alla passione di questi 2 ricercatori.

Intelligenza, libertà e passione che l'INRAN ha tenuto chiuse in un cassetto per 2 anni.


P.S. L'Europa dal 1985 al 2000 ha speso 70 M€ per studiare gli OGM. Ne sono uscite 1.800 pubblicazioni. L'Italia ne ha spesi 6,2. Quante pubblicazioni? Magari ce ne è sfuggita qualcuna, ma dai nostri conti risultano: ZERO...

...la montagna NON ha partorito un (solo) topolino.

martedì 13 novembre 2007

3.068.957 + 1 firma (FALSA)

Dicevamo che ci sembrava un po' strano che uno andasse lì bello bello e "firmasse", e ci interrogavamo su cosa sarebbe successo se fossimo andati lì e avessimo firmato a nome di, che ne so, Nazzareno Strampelli...



Nel frattanto vi aggiorniamo che, in questi ultimi giorni, non si svolge più un referendum, ma una vera e propria caccia al voto, infatti sono diventati tutti un po' più prosaici e hanno deciso di cambiare le schede per semplificarsi il lavoro... c'erano troppi campi da compilare e il lavoro diventava pesante.

I risultati ufficiali.

Hanno comunicato oggi i risultati ufficiali. Secondo loro hanno raccolto 3.068.958 firme (di cui almeno una falsa: la nostra).

Sempre secondo loro i voti risultano così ripartiti:
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5.363 ottenuti tramite SMS
(un po' pochini visto il can can messo su da Striscia. Verrebbe da dire giusto giusto gli amici, e questo già la dice lunga)
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504.256 ottenuti tramite votazione on-line
(beh, qui sono migliorati, perchè significherebbe che hanno raccolto 8.300 voti al giorno - ovvero circa 6 voti al minuto, 1 ogni 10 secondi, anche alle 5 di mattina della Domenica. Dicevamo migliorati perchè nei primi 2-3 giorni i voti raccolti on-line erano appena 150, poi hanno oscurato il contatore, chissà...)
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2.559.339 ottenute grazie ai banchetti
(Il numero è certo rilevante, anche perchè vorrebbe dire che, contro ogni evidenza video e non solo (1) (2) (3), sono riusciti a raccogliere circa 2.350 firme per ogni banchetto, ad un ritmo di ben 6,5 firme al minuto. Il problema resta da capire dov'erano localizzati questi banchetti che hanno, da soli, raccolto 25-30 firme al minuto visto che tutti quelli che abbiamo visitato noi, se andavano a 20 firme l'ora - 1 ogni 3 minuti - si usciva poi fuori a bere!)

Certo, sempre che Gutenberg non abbia aiutato...

lunedì 12 novembre 2007

Liberi con gli OGM

INVITO

Scienziati e agricoltori insieme contro Capanna

La coalizione guidata da Mario Capanna vuole liberare gli Italiani dagli OGM. Ricercatori e agricoltori favorevoli all’uso delle biotecnologie agrarie, invece, invitano tutti i liberi pensatori a contribuire a un dibattito informato che sappia anche considerare i vantaggi delle colture migliorate geneticamente.

L’appuntamento intitolato “Liberi con gli OGM. Per un’agricoltura senza pregiudizi e bugie” è per domani martedì 13 novembre alle ore 14.30 Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale, in Piazza di Montecitorio 131, a Roma.

Partecipano, fra gli altri:
Edoardo Boncinelli (Università Vita-Salute, Milano); Luigi Frati (Università di Roma La Sapienza); Silvio Garattini (Istituto Mario Negri); Cinzia Caporale (Comitato Nazionale di Bioetica); Duilio Campagnolo (Futuragra); Roberto Defez (CNR, Napoli); Gilberto Corbellini (Associazione Luca Coscioni); Alberto Oliverio (Università di Roma La Sapienza); Piergiorgio Odifreddi (Università di Torino); Giuliano D’Agnolo (Comitato Biosicurezza); Luciano Caglioti (Comitato Biosicurezza); Elena Cattaneo (Università di Milano); Amedeo Pietri (Università Cattolica di Piacenza); Francesco Sala (Università di Milano); Giuseppe Dalfino (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani); Luca Marini (Comitato Nazionale di Bioetica); Pino Macino (Università di Roma La Sapienza); Giorgio Cantelli Forti (Società Italiana di Tossicologia); Felice Cervone (Società Italiana di Fisiologia Vegetale); Ezio Bussoletti (Università di Napoli Parthenope); Carlo Stagnaro (Istituto Bruno Leoni); Antonio Gaspari (Cristiani per l’Ambiente).

L’incontro è promosso da SAgRI:Salute, Agricoltura, Ricerca, un coordinamento tra ricercatori, la Società Italiana di Genetica Agraria, la Società Italiana di Tossicologia, l’associazione di imprenditori agricoli Futuragra, l’Associazione per la libertà di ricerca scientifica Luca Coscioni.

A questa iniziativa hanno aderito l’Associazione Galileo 2001, l’Istituto Bruno Leoni, l’Associazione dei Cristiani per l’Ambiente, la Fondazione Umberto Veronesi, l’Osservatorio sulla bioetica della Fondazione Einaudi, la Società Italiana di Fisiologia Vegetale.

domenica 11 novembre 2007

3 milioni di firme contro gli OGM.

3 milioni di firme contro gli OGM, questa era la promessa di Capanna.



Certo che a guardare il filmato non si direbbe che l'abbiano proprio centrato... eppure qui siamo a Milano, il 15 settembre scorso al: pronti, attenti, via!
Ci sarebbe stato da aspettarsi almeno una mini-ressa visto che era la "Prima" ed eravamo in pieno centro (San Babila) all'ora di punta... e come ben si sa oltre il 280% degli Italiani non vuole gli OGM!

...ma poi non eravate voi a sostenere di rappresentare 11.000.000 (undicimilioni) di Italiani? e dove sono finiti?

(non dimentichiamoci che per tenere il ritmo di 50.000 firme al giorno si sarebbe dovuto viaggiare a 7,3 firme/minuto! ...manco a 1 al minuto sono arrivati! forse a quarto d'ora...)


1 firma contro gli OGM


Ecco che qui, sempre il 15 a Milano, finalmente arriva una piccola militante che convince la mamma a firmare per, scusate il lapsus, contro gli OGM... insomma questi palloncini gialli sono così carini!... cosa fa signora, cerca di andar via senza firmare? ha voluto il palloncino? e allora mi metta almeno una firmettina...



Come si fa però a sapere che la signora è la signora? Cioè, gli ha chiesto una carta d'identità? Gli ha messo "per conoscenza" come al seggio? Insomma, sennò potrei andare là io e firmare, che ne so, Nazzareno Strampelli... Amba Radam... Trick Etrack...

E se poi domani mi torna e mi firma un'altra scheda? O se me ne firma 10-100-1000 di fila? Ma ti par 'na roba seria? Non osiamo immaginare la serietà degli altri mezzi di voto (SMS, internet).


L'isola (OGM-free) che non c'è

Sì, ma mica solo a Milano si scherza, qui siamo a Bergamo il 27 settembre, puntuali come delle lancette svizzere, incuranti della pioggia, andiamo a dire il nostro NO al referendum... ma qualcuno deve aver fatto una soffiata perchè del banchetto non c'è traccia.
Forse i "liberi" erano in libera uscita?! Altre 2.600 firme (teoriche) perse, tornate in prigione senza passare dal via.



Una riflessione

Questi sono alcuni dei video che abbiamo raccolto in questi 2 mesi. Anche se abbiamo provato a riderci sopra, la situazione è a dir poco tragica.

Verrebbe da chiedersi, alla luce del clamoroso fallimento di questa immensa iniziativa propagandistica, il cui costo, e non solo quello, rimane avvolto nel mistero, se era proprio necessario sottoporre il nostro paese a questo fuoco di sbarramento fatto di attacchi personali agli scienziati e ai giornalisti non compiacenti, di bufale scientifiche vendute per verità, di dossier (dalla dubbia serietà) mirati a delegittimare le istituzioni.

Verrebbe inoltre da chiedersi, soprattutto per rispetto verso quei cittadini che avete convinto a mettere il loro nome e cognome sulle vostre schede, se prima di farle firmare avete spiegato loro anche il significato di quella firma, del fatto che mentre vi opponete agli OGM per "precauzione", ad esempio innalzate le soglie di tollerenza per le fumonisine (ah, ma quelle sono naturali! fanno "naturalmente" male e quindi non c'è problema!), del fatto che avete usato il loro nome per diffamare l'EFSA, attaccare Veronesi, Riotta, Sala, Tonelli, i ricercatori italiani che in silenzio e in condizioni surreali, negli scantinati, fanno con dedizione ricerca per far crescere il nostro paese.

Non siete voi quelli che gridano che i cittadini devono sapere?! Allora, invece di dare loro palloncini, ditegliele queste cose!

Magari, invece di fare lo sciopero della pastasciutta, ditegli anche di quanto aumenterà il costo della loro spesa grazie alle vostre ideozie.
_____________________

A latere?

Secondo voi, andando contro ogni evidenza della Ragione, Capanna dichiarerà di aver raccolto 3 milioni di firmette? Partecipate ai nostri sondaggi!

OGM:NUOVO INCONTRO TRA MARIO CAPANNA E IL MINISTRO DE CASTRO

(ANSA) - ROMA, 8 NOV - (...)"ho informato dettagliatamente il ministro circa la fase conclusiva della consultazione nazionale in corso, che si sta avvicinando al raggiungimento pieno dei suoi obiettivi".

Ipse Dixit (n.1)

E' incredibile fino a che punto si debba ingannare un popolo per poterlo governare.
Adolf Hitler

Prima vennero per i comunisti
E io non alzai la voce
Perché non ero un comunista.

Poi vennero per i socialdemocratici
E io non alzai la voce
Perché non ero un socialdemocratico.

Poi vennero per i sindacalisti
E io non alzai la voce
Perché non ero un sindacalista.


Poi vennero per i ebrei
E io non alzai la voce
Perché non ero un ebreo.

Poi vennero per me
E allora non era rimasto nessuno
Ad alzare la voce per me.

Friedrich Gustav Emil Martin Niemoller
pastore luterano (1892-1984)

mercoledì 7 novembre 2007

Il Capanello (n.3) - il topo in trappola

Capanna ormai è alle corde: i finanziatori lo incalzano, le firme non arrivano, gli SMS non funzionano... non sa più dove sbattere la testa!

Sembra un topo in trappola.

Così, nervoso e affamato di visibilità mediatica attacca chiunque, basta che respiri. Dopo l'EFSA, il 6 novembre è stata la volta della RAI, rea di non aver fatto rispettare la (dis)par-condicio, il 7 è toccato a Barroso, presidente della Commissione Europea, accusato di non essere credibile in tema di OGM (da che pulpito!), l'8 ha tuonato contro l'Europa perchè, secondo lui, la coesistenza è un asino che vola e ha ordinato al Ministro De Castro di darsi da fare in Europa (l'ha reincontrato al MiPAAF, dove ormai le regole le detta lui (*)).

Insomma stiamo viaggiando al ritmo di una (o due) al giorno!

Mamma RAI, mamma mia!

Ma concetriamoci su Mamma RAI, dove questa volta il Nostro-mo alla deriva l'ha fatta grossa e sarà difficile che la mandino giù tanto facilmente (e rapidamente).

Tutto a nostro avviso è nato da un equivoco di fondo,
nessuno aveva detto a Capanna che lui non è il Direttore della RAI, nè dei vari TG, in particolare il TG1.
Lui dunque era convinto che Mamma RAI fosse cosa "sua" e che rispondesse a bacchetta, come il Ministro De Castro, alle sue richieste. Va detto anche che alcune frange della RAI si sono, per un certo periodo, dimostrate collaborazioniste facendoci ammirare le nuove frontiere del servizio pubblico.


Si, ci riferiamo in
particolare a TG3 Primo Piano in cui è stato accolto trionfalmente al suon di "Formidabili quegli anni" e dove per diversi minuti video ha potuto "liberamente" spadroneggiare dando del "venduto" al prof. Veronesi (*) e ai ricercatori appartenenti alle società scientifiche italiane, della "signora" alla prof.ssa Tonelli (con possibilità di replica ridotte a lumicino), dimostrando al contempo di non sapere cosa sia un programma di ricerca europeo o confondendo la scienza biologica con la sociologia e tante altre amenità (questo non stupisce, ma tant'è). Il tutto condito con ampi e accurati servizi redazionali che presentavano serie e precise interviste in un supermercato, guardacaso, COOP o ad agricoltori nei debiti fino al collo, ma non certo per colpa degli OGM (anche se questo veniva spiegato solo alla fine, nel servizio di chiusura).

Ma perchè questo sit-in davanti a viale Mazzini? Da dove nasce questo "scatto" di rabbia, senza orgoglio?

La storia ha origini lontane. Risale al 10 settembre, quando il nostro Corsaro Verde è approdato baldanzoso in quel del TG1 e si è visto opporre dal buon Riotta, che ha poi scoperto essere il Direttore di testata, il prof. Francesco Sala. Uno che ne sa e non le manda a dire, ottenendo peraltro dei margini di manovra assai stretti. E si è infuriato!

E qui comando io, e questa è casa mia...

...poi gli hanno spiegato che le cose non stavano proprio così e si è un po' risentito.

Certo che però da quel 10 settembre ne è passato di tempo, se c'erano rimostranze da fare, perchè farle ora e non allora?

Sarà perchè è alle "sbarre" e gli servono pretesti di visibilità? e quindi, presi nella caccia all'ultima firma, si può (s)parlare di qualunque cosa, anche della mancanza di (dis)par-condicio da parte della RAI, purchè si compaia in video? Sì perchè la buffa richiesta del buon CPNN è chiara, infatti ha dichiarato:
"ad ogni notizia del Tg1 sulla Coalizione faceva da controcampo un'intervista al professor Francesco Sala, di cui sono noti gli interessi in campo bio-tecnologico" (*)

...e ha criticato il direttore del Tg1, Gianni Riotta che, secondo lui, "ha piena legittimità di dichiararsi favorevole agli ogm, ma non può mettere sullo stesso piano 11 milioni di associati e un professore come Francesco Sala, unico contradditore presente ad ogni mia intervista"
Per questo, Capanna rifiuterà di rilasciare interviste al Tg1. "Continuerò a farlo - conclude - fino a quando ogni mia intervista sarà seguita o preceduta da una intervista al prof. Sala".
URRA!!!! Forse è la volta buona che la "pianta" questa benedetta fragola-pesce che non esiste, e la smette di raccontarci tutte le sue altre amenità su studi inesistenti, male interpretati e la finisce con i suoi gratuiti attacchi personali!Grazie Capanna per averci nuovamente reso alla libertà (non dagli OGM, si intende!).

Di una "impar"-condicio, in versione CPNN (o CCCP), dove è previsto che o gioca da solo o vince lui, non sappiamo che farcene. Si guardi pure il TG1 (e possibilmente anche gli altri) dalla sua comoda poltrona di casa. Qui finisce la strada (di questo referendum e sua).

Comunque qualche effetto con la sua sparata alzo zero pare
che il nostro "ditta-torello" l'abbia avuto, sembra infatti che Riotta, spaventato, abbia subito posto rimedio al silenzio informativo sulla raccolta firme intrattendo giusto ier-sera piacevole conversazione a riguardo con tal Prof. Veronesi (perchè Capanna non metti il video nella tua rassegna stampa?)


(*) Il topo in trappola
Gli animali in trappola, si sà, diventano aggressivi e compiono mosse inconsulte. Se già prima in quanto ad aggressività (e inconsultaggine) non erano male... si rischia di assistere a spettacoli veramente deprimenti. Abbiamo, lungo il percorso di questo post, segnalato 3 elementi di profonda tristezza che vorremmo condividere con voi:

1) L'attacco al prof. Veronesi.
Sebbene non abbia bisogno di essere difeso da noi ci piace ricordare che il prof. Veronesi non è presidente di Genextra, nè è nel suo consiglio di amministrazione. In ogni caso questa società non si occupa di OGM, ma di farmaci antitumorali. Quali sarebbero dunque gli interessi "economici" del prof. Veronesi? Per inciso, Capanna riceve per questa campagna, et al, lauti finanziamenti da COOP Italia, nota ditta "indipendente", cosa dovremmo dunque dire di lui? Ma poi, quanti zeri è costata questa campagna? E le aziende che l'hanno pagata, l'hanno fatto per beneficenza o c'è sotto qualche interesse blandamente commerciale?

Tra l'altro, sempre Capanna, cita come scienziato indipendente il prof. Buiatti, il quale ha svolto ricerche sugli OGM per conto di COOP Italia. Se dunque è indipendente pur ricevendo per le sue ricerche anche soldi da privati, il che non ci scandalizza minimamente, perchè però Veronesi dovrebbe essere invece un dipendente?

2) L'attacco al prof. Sala e al Dr. Riotta. Già il pensare di convincere un giornalista con la forza è aberrante, ma il dare del venduto ad un professore universitario, peraltro competente, senza alcuna prova è suicida. Riportiamo per completezza quanto risposto a Capanna dal prof. Sala:
"I miei esclusivi proventi economici sono quelli relativi al mio stipendio di professore ordinario a tempo pieno presso l Università degli Studi di Milano".Lo afferma in una nota il prof. Francesco Sala secondo il quale la sua ricerca "é totalmente finanziata da fondi ministeriali pubblici. Non un euro è versato, a me personalmente, ai miei collaboratori o alla mia ricerca, da industrie od enti privati". Il prof. Sala sottolinea, inoltre, che la sua attività di ricerca sui rapporti tra agricoltura, inclusa quella Ogm, e ambiente "é documentata da un ampio numero di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali" ed afferma di "non pretendere che queste pubblicazioni siano a conoscenza di chi ingiustamente mi attacca". Sala aggiunge di essere "amareggiato" per il fatto che "nell ambito dell attuale e legittima discussione tra fautori ed avversari delle moderne biotecnologie vegetali, si perda il senso del dibattito democratico e si ricorra a subdole tecniche diffamatorie per eliminare chi giunge a conclusioni differenti da quelle degli attivisti anti-ogm". Il prof Sala dice di essere "convinto che questo attacco alla mia persona sia la conseguenza di una preoccupante scarsità di argomentazioni scientifiche da opporre alle mie". E ciò lo "stimola ad un maggior impegno a favore dei diritti della scienza e della collettività".

3) L'ostaggio De Castro. Il terzo asterisco era dedicato al prof. De Castro il quale ha tutta la nostra stima, soprattutto perchè ora è costretto, a causa della debolezza del suo governo, a subire passivamente i diktat di Capanna, a tutti gli effetti nuovo ministro ombra dell'agricoltura. Sappiamo che almeno ci ha provato (anche perchè sa, essendo stato in Nomisma, che il nostro sistema agricolo senza OGM collasserebbe e che il solo prodotto carne subirebbe un +20% di cui gli italiani dovranno ringraziare solo CAP e i suoi amici), ci spiace non abbia potuto fare di più per opporsi a questa ideozia.
OGM: CAPANNA A DE CASTRO, INIZIATIVA ITALIANA IN EUROPA

(ANSA) - ROMA, 19 OTT - "Serve un'immediata e incisiva iniziativa politico-diplomatica nei confronti dei suoi colleghi della Ue, al fine di creare le condizioni per formare una maggioranza qualificata, in seno al Consiglio dei Ministri europeo, sul principio di prudenza e precauzione in merito agli Ogm".

OGM: DE CASTRO, ANNUNCERO' DOMANI INIZIATIVA ANTI-OGM
(ANSA) - ROMA, 19 OTT - "Annuncerò domani al Forum della Coldiretti di Cernobbio una iniziativa diplomatico-politica europea contro gli Ogm".

OGM: DE CASTRO, AVVIATA BATTAGLIA EUROPEA PER CONTRASTARLI
(ANSA) - BRUXELLES, 23 OTT - E' partita da Lussemburgo la battaglia europea del ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, per contrastare gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in Europa. In questa battaglia l'Italia non sarà sola. Con il ministro francese dell'agricoltura Michel Barnier ha spiegato infatti De Castro "ho concordato un allineamento per una politica di fermo contrasto degli Ogm in Europa".

OGM: CAPANNA, INCONTRO DE CASTRO-BARNIER IN DIREZIONE GIUSTA
(ANSA) - ROMA, 23 OTT - "La Coalizione 'Italia Europa-liberi da Ogm' esprime vivo apprezzamento per il fatto che il ministro Paolo De Castro abbia, come richiestogli, iniziato l'offensiva istituzionale di persuasione in sede comunitaria a proposito degli Ogm".

OGM:NUOVO INCONTRO TRA MARIO CAPANNA E IL MINISTRO DE CASTRO
(ANSA) - ROMA, 8 NOV - Nuovo incontro fra Mario Capanna, presidente della Fondazione diritti genetici, e il ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro. Al termine del colloquio, che è avvenuto ieri, Capanna ha parlato "di confronto costruttivo e importante. L'iniziativa politico-diplomatica, che la Coalizione 'ItaliaEuropa-liberi da Ogm' aveva richiesto con forza al ministro, si sta dispiegando positivamente".

(ringraziamo un lettore di BBB! per i materiali)

martedì 6 novembre 2007

figli, folina, fumonisina... e OGM

Tutte le donne in dolce attesa sanno che uno dei MUST della gravidanza è l'assunzione di acido folico. Questo consente di ridurre dal 40 all'80% i casi di spina bifida. Una malformazione del feto decisamente poco simpatica.
(se c'è qualcuno che non crede se non vede qui trova qualche immagine, ma ne sconsigliamo vivamente la visione).

Fin qui nulla di nuovo sul fronte occidentale, sennonchè da un po' di tempo si stanno accumulando indicazioni sul fatto che una classe di tossine naturali, le fumonisine, ha un effetto antagonista a quello della folina, ovvero aumenta i casi di spina bifida.
Gli OGM in tutto questo cosa hanno da dire? Beh, il mais Bt presenta un livello di fumonisine di gran lunga (30-40 volte) inferiore a quello del mais "convenzionale" o biologico. E qui scoppia la bagarre...

...ma andiamo per gradi:


1) Una pubblicazione recente mette in evidenza la correlazione forte esistente tra le malformazioni congenite al tubo neurale nel feto e il consumo di mais contaminato da fumonisine e di come il consumo di mais Bt (un OGM) possa svolgere un ruolo benefico nella prevenzione di queste maolformazioni in quanto presenta livelli di fumonisina molto più bassi.

2) In Italia i Verdi lottano contro l'Europa perché invece alzi il livello di contaminazione tollerata per le fumonisine nel mais, combattendo allo stesso tempo contro gli OGM (tra cui anche il mais Bt) che potrebbero invece consentire di contenere questa problematica senza aumentare i rischi per la popolazione.

Bella storia!


La fumonisina: un identikit

La fumonisina é una sostanza tossica prodotta da una muffa che colpisce tra le varie colture il mais. Ha numerosi effetti tossici ed é cancerogena. Intossicazioni da questa tossina provocano, tra l'altro: edema polmonare, gastrite ulcerosa, ipertrofia del cuore, e morte. Insomma, non é propriamente una sostanza che si vorrebbe avere nel piatto, giusto?


Allora come mai esponenti di un partito che si sta spacciando, come tutti gli altri sedicenti liberati, come difensore della nostra salute di fronte alla minaccia occulta degli ogm, PROMOTORI DEL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE SENZA SE E SENZA MA, sono tra i primi firmatari di un atto che chiede all'Europa di rivedere al rialzo i limiti massimi di questa tossina accertata negli alimenti?

Avete capito bene: la Commissione Europea cerca di limitare la contaminazione del cibo per proteggere i consumatori, e l'Italia (i Verdi in testa!) chiede di ridurre i livelli di protezione!

Non vi pare un classico esempio di applicazione selettiva del principio di precauzione?

1) Se una cosa (ad esempio gli OGM), sulla base delle conoscenze disponibili, è da considerarsi sana e, come abbiamo visto, utile a ridurre alcuni rischi alimentari, si invoca il Principio di Precauzione asserendo che non si può mai sapere se non salterà fuori un effetto negativo imprevedibile...

2) Se invece una cosa si sa che fa male (anche ai nostri figli), come il mais contaminato da fumonisine, allora non servono precauzioni: sappiamo già a cosa andiamo incontro!! (sic!)


Le Beau Geste.

L'onorevole Lion dei Verdi ammette che la sua iniziativa non è guidata da motivi sanitari, ma essenzialmente dal fatto che se effettivamente l'Europa facesse entrare in vigore i limiti di contaminazione proposti sul mais, più del 50% del mais italiano non potrebbe essere consumato perché sforerebbe di un bel pò i limiti massimi previsti. Si giustifica poi dicendo che comunque il livello di fumonisina nei nostri mais sarebbe sotto la soglia che dà un effetto tossico.

Ecco, signor Lion, lei però dimentica due elementi:

1. la fumonisina é cancerogena, e, per precauzione (si, lo stesso principio che vuole venga applicato per gli OGM) sarebbe meglio mantenere i livelli il più basso possibile. Anche perchè l'effetto della fumonina è lineare. Più tossina più danno. Non esiste un vero valore soglia (se non la soglia sopra la quale il feto muore).

2. la correlazione tra fumonisine e difetti del tubo neuronale dei feti sembra essere dovuto alla sua interferenza con l'assorbimento del folato, che invece, come abbiamo visto, previene queste malformazioni. Quindi mentre i medici prescrivono a tutte le future mamme integrazioni di acido folico per prevenire le malformazioni dei nascituri, lei e i suoi amici Verdi vi premurate di innalzare i livelli di una tossina che andrà a diminuirne l'effetto preventivo. Per non parlare poi dell'impatto che può avere su quelle donne che "magari" l'integrazione di acido folico non la prendono.

Lei può dimostrare, oltre ogni dubbio, che q
uesta sua richiesta non avrà effetti sulla salute dei nostri figli?


E gli OGM?

Lei poi si giustifica dicendo che: "allo stato attuale delle nostre conoscenze, nelle nostre condizioni colturali, non esistono metodi di sicura efficacia per contenere queste tossine sotto la soglia indicata dalla normativa"

...no, signor Lion, lei si sbaglia: una soluzione esiste ed è a portata di mano, si chiama mais Bt: il mais resistente alla piralide è molto meno contaminato da fumonisina, perchè questa muffa usa proprio le gallerie scavate dalla piralide per attecchire. Questo lo dicono numerosi studi svolti anche in Italia, e lo ammette (obtorto collo) addirittura il Consiglio dei Diritti Genetici del nostro amico Capanna! Se lo dicono persino loro... possibile che non gliel'abbiano detto che il mais Bt non solo non fa male, ma è più sicuro del mais tradizionale?

In ogni caso, se fino ad ora non lo sapeva, ora lo sa. E così abbiamo risolto due dilemmi importanti:

1) gli OGM fanno male?
2) gli OGM servono all'agricoltura italiana?

Le risposte gliele scriviamo qui sotto così le può mandare a memoria:

1) no, anzi, il mais Bt aiuta a prevenire i rischi legati alle fumonisine che, soprattutto in gravidanza, sarebbe meglio evitare in quanto contrastano l'azione della folina e portano ad un aumento dei casi di spina bifida.

2) sì, ad esempio il mais Bt consentirebbe di ridurre significativamente (oltre l'80%) il contenuto di fumonisine nel mais italiano che è cronicamente fuori norma per questa tossina.

Certi di esserle stati utili attendiamo un suo cordiale riscontro, anche per rassicurare le donne in dolce attesa italiane.

La Redazione di BBB!

__________________


P.S.: alla fine Lion & Co. l'hanno avuta vinta e l'Europa ha concesso livelli piú alti accettando implicitamente l'assunto per cui non si possa far niente per ridurre questa contaminazione... quando l'ideologia é piú forte della verità, sarebbe proprio il caso di dire che ci si rovina il fegato e la salute...

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