giovedì 20 settembre 2007

Esportare i rischi? ottima soluzione!!!

Sempre alla conferenza dei nostri amici, sabato 15 a Milano, si è parlato, tra le altre cose, dell'impossibilità di coesitenza tra coltivazioni OGM, convenzionali e biologiche, riferendosi alle "piccole" dimensioni dei campi italiani. Ovviamente, il paragone tra le nostre aziende e quelle statunitensi ci vede senza dubbio perdenti, ma qui nasce una bella domanda: se il transgenico non si potrà mai adattare alla nostra agricoltura, perchè tanta paura e una mobilitazione di 28 (e più) associazioni? Non dovrebbero avere nulla da temere!


Sarà forse perchè esiste in Italia un nocciolo duro di aziende (il 2,2%) che possiedono più di 50 ha e che oltre a rappresentare circa il 40% della superificie agricola nazionale potrebbero benissimo sfruttare con successo (e senza grossi problemi di coesistenza) le varietà GM e questo a qualcuno non ci piace... ? (Dati INEA)

Durante la conferenza si sono soffermati inoltre a lungo sul fatto che a usare gli OGM ci sono solo problemi (sanitari, ambientali ed agronomici)... che non producono di più, che non costano di meno, etc...
Ma perchè nessuno ha detto chiaramente anche che, senza OGM, l’agricoltura italiana oggi si fermebbe? Anche quella dei prodotti di qualità, anche quella del Parmigiano (Dati Nomisma per Assalzoo, 2004). Importiamo, ad esempio, 4 Milioni di t di soia ogni anno(1.5 Mt di soia e 2.5 di panelli di soia, secondo i dati FAO)* per alimentare le nostre bestie, sì, proprio quelle da cui poi usciranno tutti i prodotti tipici della nostra agricoltura (latte, carne, salumi e formaggi).
Questo semplicemente sta ad indicare che anche se oggi qualcuno si diverte a giocare, facendo il vocione grosso per dire no agli OGM invocando il magico Principio di Precauzione, noi comunque non smetteremo affatto di importarli ed usarli!
Un bel Principio di Precauzione a geometria variabile!
Certo qualcuno potrebbe dire che così almeno eviteremmo i rischi ambientali connessi agli OGM, che sappiamo essere catastrofici e distruttivi (manco fossero Attila!).
Se però coltivare gli OGM fosse "realmente" un problema, e noi ci limitiassimo a lavarcene le mani esportandolo... (Ci servono, ma coltivateli voi!)... non sarebbe po' ipocrita, no?
Oltretutto, se gli OGM facessero davvero male alla salute, allora perchè li abbiamo sempre importati e usati per le nostre produzioni più pregiate? e se gli OGM fossero realmente "prodotti di seconda mano", perchè i nostri prodotti di "qualità" sono sempre stati finora all'altezza delle aspettative dei consumatori?
Di fatto però esistono più di 6.000 pubblicazioni sulla sicurezza degli OGM pubblicati dal 1990 ad oggi (Dati ICGEB), e a quanto pare non sono riportati questi gran danni...

Se quindi possiamo affermare che, per qual che se ne sa oggi, gli OGM non facciano poi così male, e quindi abbiamo sempre fatto bene ad usarli, allora perchè li facciamo coltivare agli altri, perdendone tutti i vantaggi ambientali, economici, etc... ?
Bella domanda, no?!
Aspettiamo risposte...

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